Renzi prende di mira la “Web tax”: l’Italia rischia di dare l’impressione di rifiutare l’innovazione

Renzi prende di mira la “Web tax”: l’Italia rischia di dare l’impressione di rifiutare l’innovazione

Gli emendamenti alla legge di stabilità, soprattutto per quanto concerne le entrate tributarie finiscono nel mirino del neo segretario del PD, Matteo Renzi, il quale li definisce un problema più ampio che andrebbe affrontato in maniera organica. Ed è in particolare quella che è stata definita la” tassa sul web” ad attirare le ire del neo segretario Il colpo più diretto è proprio per la Web Tax, la proposta di modifica alle norme fiscali in base alla quale “i soggetti passivi che intendano acquistare servizio online, sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media e operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita Iva italiana”.

Grazie a questo sistema si dovrebbero impedire fenomeni di elusione come quelli di Google, Amazon e Apple. Per Renzi però questo è un problema andrebbe affrontato in maniera più organica, in particolare in chiave europea,  «in caso contrario daremo l’impressione di un Paese che rifiuta l’innovazione. Il rischio implicito è che queste realtà semplicemente smettano di servire l’Italia, ammesso e non concesso che la norma sia ritenuta in contrasto con le norme europee ”.

La tesi del neo segretario Pd è stata rilanciata, poi, da altri parlamentari secondo i quali “all’economia non servono feticci che sulla tecnologia chiudono l’Italia in un recinto rispetto al resto dell’Europa”, mentre il lettiano Marco Meloni invita “il Parlamento ad eliminare la tassa”, perché rischia di “isolare tutta l’Italia sulla nuova frontiera dell’economia e dello sviluppo”.

spionaggio-informatico

Intanto alzano la voce anche le aziende americane che operano in Italia manifestando la loro contrarietà : “Gli ispiratori della “Web tax” dovrebbero riflettere sul danno d’immagine per l’Italia provocato da questo provvedimento agli occhi della comunità internazionale”, avverte l’American chamber of commerce in Italy. “Rappresenta”, dice il consigliere delegato, Simone Crolla, “l’ennesima dimostrazione di autoreferenzialità ed arroccamento del ceto politico italiano, che non consente l’apertura di un serio ed approfondito dialogo su questa materia, delicata e strategica per il futuro”.

Enrico Barone