Renzi: “Che Fassina spieghi le proprie dimissioni, io alle battute non rinuncio”. Fibrillazione nel Pd e nel Governo. Il Premier preoccupato

Renzi: “Che Fassina spieghi le proprie dimissioni, io alle battute non rinuncio”. Fibrillazione nel Pd e nel Governo. Il Premier preoccupato

Come dire, “parenti serpenti”. Visto che il voto popolare delle primarie li ha devastati, i nemici di Matteo Renzi all’interno del Pd le provano tutte per cercare di mettere in difficoltà e indebolire il nuovo segretario. Ma è “robetta”. Stefano Fassina, avversario di sempre e apertamente dichiarato del sindaco di Firenze, si attacca a un “Chi?” di berlusconiana memoria e rassegna “irrevocabii” dimissioni da vice ministro dell’Economia. E tra una replica e l’altra si prende pure la definizione di “grigio burocrate”.

Le battute Renzi non rinuncerà mai a farle. Il giorno dopo uno strappo che crea tensione e fibrillazione nel partito democratico e nell’intero governo, il giovane segretario Matteo replica su Facebook, 1abbb5ammettendo la sua “piccola mania” e dicendo: “Noi rispondiamo agli elettori delle primarie, non alle correnti del Pd. Fassina spiegherà le proprie dimissioni, io non rinuncio alle battute. Fassina oggi mi accusa di avere una visione padronale del partito: non me ne ero accorto quando si trattava di confermare i capigruppo o di scegliere il presidente dell’assemblea o di tenere aperta la segreteria anche a persone non della maggioranza”.

La bufera è esplosa nel tardo pomeriggio di ieri con un sms di Fassina, bersaniano di ferro e poi vicino a Gianni Cuperlo, già sfidante di Renzi alle primarie, che ha fatto sobbalzare l’ormai costantemente preoccupato premier Enrico Letta: “Enrico, mi dimetto”. Non molto prima, Matteo Renzi aveva attaccato il vicepremier Angelino Alfano sul nodo delle unioni civili e 1abbb4“fatto lo gnorri” alle domande sul rimpasto di governo: ma al giornalista che insisteva facendo il nome di Stefano Fassina, il segretario, sorridendo, liquidava tutto con “chi?”. Senz’altro più che una una battuta, anche se Renzi su Fb insiste a dire che non chiederà alcun cambiamento. C’è davvero “maretta” all’interno del Pd, e pure forte, tanto che circolano voci che siano allo studio del premier mosse nel tentativo di “imbrigliare” il nuovo segretario. Il vecchio apparato non è certo facile da smantellare e mostra a ogni piè sospinto gli anticorpi necessari a non soccombere. Chissà se Mateo ne tiene il giusto conto.

Intanto il leader del Nuovo Centro Destra sulla “questione dimissioni del vice titolare dell’Economia” si smarca. “Fassina – dice Angelino alfano, che è pure vice premier e ministro dell’Interno – è un viceministro del Pd che lascia un governo guidato da un premier Pd dopo uno scontro con il segretario del Pd. Devo commentare?”

Antonello La Monaca