Qualcuno si è accorto del “vertice” europeo?

Qualcuno si è accorto  del “vertice” europeo?

“The Economist” ha proprio ragione. L’Unione europea ha appena tenuto un importantissimo vertice questa settimana ma sembra che nessuno se ne sia accorto. Gli “addormentati”, così sono chiamati i “leaders” europei dal settimanale economico britannico, sembrano non essere usciti dal loro torpore e dalla loro fase di abulia .
Questi “addormentati”, invece, devono essere svegliati al più presto perché dalla stagnazione in cui è finita l’economia europea non si esce se non con forti iniziative politiche da parte dei decisori in sede Europea e, cioè, i governi.

Da costoro, riuniti nel solito splendente scenario di sorrisi e pacche sulle spalle, convinti che la famosa foto di gruppo possa essere sufficiente a rinsaldare e sostenere le speranza di tutti gli europei, non è arrivata nessuna nuova.

vertice1 consiglio-europeo-maggio-1024x620I nostri vecchi, abituati all’economia rurale e patriarcale di un tempo, dicevano “nessuna nuova, buona nuova”. Noi, purtroppo, dobbiamo rovesciare l’adagio perché, se dai vertici degli “addormentati” non giunge qualche novità, vuol dire che le notizie restano cattive. E’ vero che non c’è più, o almeno a quei livelli, il clima d’allarme di circa un anno fa.

Una serie di duri provvedimenti sono serviti, almeno, a creare le premesse per rimettere in carreggiata qualche paese. E’ altrettanto vero, però, che il debito pubblico è rimasto lo stesso e che, quindi, resta “il problema” da risolvere. In Italia, in particolare. A un anno mezzo della cura da salasso cui siamo stati sottoposti dal professor Monti quello italiano è persino aumentato di un po’.

In un anno di vertici, i primi furono anche dai toni altamente drammatici, l’economia continentale è finita in una forte depressione per un insieme di fattori che, un giorno, forse gli economisti riusciranno ad analizzare più di quanto non siano vertice2 71175-imgriusciti a fare finora. Se non è, forse, del tutto conosciuto lo svolgimento esatto delle sequenze di questo film, parafrasando Geoffrey Holiday Hall potremo comunque dire: “La fine è nota”.

Ora, quando guardiamo ai sorrisi e alle pacche sulle spalle di Bruxelles, speriamo sempre che stiano a significare il ritrovare una concordia capace di tradursi in una politica economica organica da parte di questo gigante inane che è diventato l’Europa. Nel senso che è vuoto di idee e di iniziativa politica.

Come siamo abituati a veder fare da anni, così, anche questa volta siamo usciti dal vertice con l’annuncio di un altro vertice. Quello di Giugno metterà al centro il lavoro. L’Italia, ha detto il Presidente Letta, si è fatta sentire particolarmente su questo punto e qualche giornale nostrano si è spinto ad attribuirgli questo annuncio come se si fosse trattata la vittoria di Wellington a Waterloo.

Enrico Letta è troppo esperto per farsi eccitare da un titolo di giornale. Sa invece che, purtroppo, le cose in Europa vanno in questo modo e che risvegliare tutti i suoi colleghi non è facile.
Questa sonnolenza sembra la pennichella del marito il quale, dopo pranzo, non vuole alzarsi dal divano per fare questo o quello che gli chiede la moglie e, allora, finge di dormire.

John De Giorgi