Processo Mediaset: condanna confermata per Sivio Berlusconi. Unanimi proteste Pdl: “sentenza scontata”

Processo Mediaset:  condanna confermata  per Sivio Berlusconi.  Unanimi proteste Pdl:  “sentenza scontata”

La Corte di Appello di Milano ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione per Silvio Berlusconi. Confermati anche i 5 anni di “interdizione dai pubblici uffici”. La decisione dei giudici della seconda sezione è giunta a poche ore dal rigetto della richiesta di sospensione avanzata dagli avvocati di Berlusconi del dibattimento di secondo grado sulle presunte irregolarità sulla compravendita dei diritti tv in attesa della decisione della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione sollevato nel marzo del 2010.Confermate anche le condanne per gli altri imputati e l’assoluzione di Fedele Confalonieri

Unanime il “grido di protesta” degli espnenti del Pdl: “sentenza scontata”, “continua la persecuzione dei giudici”.

La Corte d’appello di Milano ha così ritenuto Silvio Berlusconi colpevole di frode fiscale da 8 milioni di euro consumata tra il 2002 e il 2003. ghedini2 tribunale_milano2_web--400x300Il collegio, presieduto da Alessandra Galli, ha di conseguenza confermato la condanna a quattro anni già inflitta in primo grado all’ex presidente del consiglio (pena ridotta a un anno per effetto dell’indulto).

L’accusa è quella di aver gonfiato il prezzo dei diritti televisivi e cinematografici acquistati da Mediaset negli Stati Uniti, costituendo “fondi neri” all’estero evadere il fisco italiano. Gli imputati dovranno anche versare la provvisionale di dieci milioni di Euro all’Agenzia delle entrate.

Nella sentenza di primo grado i giudici avevano individuato nelle motivazioni che Silvio Berlusconi sarebbe stato l’ideatore di una scientifica e sistematica evasione fiscale di portata eccezionale dalle quale avrebbe conseguito un’ immensa disponibilità economica all’estero ai danni non solo dello Stato, ma anche della stessa Mediaset.

ghedini1bisOra sul processo, sul quale l’on. avvocato Andrea Ghedini, uno dei legali di Silvio Berlusconi, ha già preannunciato la presentazione del ricorso in Cassazione, pende la pronuncia della Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sul conflitto di attribuzioni tra i poteri dello stato in relazione al legittimo impedimento sollevata dal Consiglio dalla presidenza dei ministri. Se la Consulta dovesse dar ragione alla tesi della Presidenza del Consiglio il processo dovrebbe tornare a quell’udienza del 2010, in primo grado. I reati oggetto del procedimento andrebbero prescritti entro la fine del 2013 e l’inizio del 2014.

Amareggiato l’avvocato Ghedini. ”Avevamo la consapevolezza che la sentenza sarebbe andata in questo modo – commenta -. La Corte, infatti, aveva respinto la richiesta di aspettare il verdetto della Consulta”. Se il verdetto odierno dovesse essere confermato dalla Corte di Cassazione, allora per Berlusconi, dopo il via libera della giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, dovrebbe fare un passo indietro dalla politica.

Veronica Gabbuti