Presentata a Firenze una ricerca di Google. Con l’incremento dell’uso di Internet si potrebbero ricavare 250 mila posti in più nel turismo

Presentata a Firenze una ricerca di Google. Con l’incremento dell’uso di Internet si potrebbero ricavare 250 mila posti in più nel turismo

Fa discutere l’analisi sul turismo pubblicata da Google Italy, in occasione della giornata del turismo on line. Nello studio elaborato da Diego Ciulli, si annuncia che questa nuova possibilità potrebbe dare all’economia del nostro Paese circa 250 mila posti di lavoro in più. Il segreto magico, se tale si può chiamare, è da ricercarsi nelle potenzialità offerte dal web. “Con l’incremento di contenuti turistici online in Italia si potrebbe dare un impulso all’economia per 250 mila posti di lavoro in più”. Si legge testualmente nella ricerca elaborata da Diego Ciulli, senior policy analyst di Google Italy, durante la seconda giornata del BTO – Buy Tourism online.

Uno studio sviluppato per conto di Google Italy, e realizzato per Google che si sta svolgendo a Firenze, estratti dalla ricerca realizzata per Google da “Oxford Economics” che sta svolgendo a Firenze uno studio approfondito sui casi di Grecia, Italia e Spagna sul tema del Travel 2.0 Paesi dove la crisi economica ha colpito pesantemente riducendo notevolmente le capacità del mercato del lavoro a fornire risposte concrete ai non occupati.  L’uovo di colombo, individuato da Ciulli, starebbe nell’incremento dell’utilizzo d’internet nel settore turistico.

Secondo la ricerca in Grecia sarebbero 100.000 i posti di lavoro in più che scenderebbero della metà 50.000 in Spagna. Questo porterà a una crescita del Pil del 3% in Grecia, dell’1% in Italia e dello 0,5 in Spagna. Internet è sottoutilizzato nei Paesi presi in considerazione dalla ricerca – si legge sempre nello studio. Il 76% dei nuclei familiari sono online e ben il 51% usa internet per viaggiare. La percentuale delle ricerche Internet su destinazioni di viaggio legate alla cultura sono: il 45% in Grecia, il 31 in Italia e il 44 % in Spagna.

diego ciulli

Internet svolge un ruolo vitale e sempre crescente nel settore dei viaggi europei. Infatti, secondo la ricerca, tra le fonti di informazione più importanti sono in primis i suggerimenti degli amici e al secondo posto la fonte più utilizzata è la rete. “Tuttavia, anche se la domanda di turismo si sta orientando sempre di più verso l’ambiente online, e la cultura è un fattore motivante, solo una proporzione relativamente bassa di operatori in Spagna, Italia e Grecia usa il commercio elettronico per entrare in contatto con potenziali clienti”, rileva Ciulli. “Un tale squilibrio presenta un’espressiva opportunità per incrementare le vendite mediante un’adozione più ampia da parte del settore delle piattaforme di vendita e di marketing via Internet”.

L’Italia può contare su un brand fatto di prodotti, di stile di vita, di cultura apprezzato e ricercato all’estero, il Made in Italy, ancora poco presente online. In questo senso internet può rappresentare uno straordinario volano di crescita per far conoscere le eccellenze del nostro Paese e proprio per questo, come ha annunciato Eric Schmidt a Roma lo scorso ottobre, Google ha deciso di investire in un progetto sul Made in Italy”.

In Italia quello che manca, nel campo turistico è l’utilizzo del web da parte dei fornitori di alloggi. Moltissimi alberghi Italiani, infatti, sono in mano a gruppi familiari dove è il contatto personale a fare premio. Manca, insomma, quella cultura, diffusa nei paesi del nord dell’Europa a incrementare il settore delle prenotazioni elettroniche, eseguite con carte credito. Nel nostro paese è ancora forte l’utilizzo del contante, anche per via delle commissioni troppo alto esistenti sui pagamenti elettronici.

Enrico Barone