Per Fiorito 4 anni e 3 mesi più interdizione “Mai più politica e farò il filantropo”, dice

Per Fiorito 4 anni e 3 mesi più interdizione  “Mai più politica e farò il filantropo”, dice

Il “Batman” della politica romana, al secolo Franco Fiorito, si è preso una condanna a tre anni e quattro mesi di carcere. Lui ha dichiarato che mai più tornerà in politica. Del resto, in politica non potrà rientrarci né assumere incarichi pubblici perché, se il Gup Rosalba Liso non ha calcato troppo la mano, poteva dargli fino ad un lustro di carcere, con la sentenza gli ha comunque applicato l’interdizione di cinque anni dai pubblici uffici. Si è conclusa, così, la prima fase di una delle vicende che ha messo pesantemente in crisi, più che nel passato, quando già non erano rose e fiori, il rapporto tra il mondo della politica e la gente comune.

Quattro sono stati gli scandali più importanti: quello dell’importante esponente del Pd della Lombardia, Filippo Penati, appena prescritto. Quello del tesoriere della Margherita, il senatore del Pd, Luigi Lusi, cui sono stati appena revocati gli arresti domiciliari. Quello di Franco Belsito, il cassiere della Lega, colui che preferiva investire in diamanti. Infine, il nostro Fiorito di Anagni. Gli ultimi tre sono stati tutti accusati di essersi appropriati di fondi pubblici destinati ai loro partiti o ai gruppi parlamentari.

fiorito2 tribunale_milano_lapresseLe loro vicende sono state seguite da un vero e proprio grappolo di inchieste che hanno coinvolto i gruppi regionali di quasi tutti i partiti in numerose regioni italiane. Ma è certo che questa di “Batman”, il soprannome affibbiato all’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, è stata una di quelle storie da prima pagina che ha suscitato maggior clamore. Anche perché lo scandalo sollevato attorno a lui ha costituito il principale motivo per cui è caduta la giunta di centro destra Renata Polverini, poi sostituita alle elezioni anticipate dall’esponente del Pd, Nicola Zingaretti.

Il Gup di Roma, forse, non ha applicato il massimo della pena a Fiorito perché questi nel frattempo ha raggiunto un accordo con la Corte dei Conti per la restituzione di un milione e novantamila euro. Il politico laziale anche dopo la condanna ha continuato a sostenere la propria innocenza perché, ha dichiarato, di non aver “rubato niente”. Lui sostiene che tutti i soldi erogatigli erano stati approvati da regolare delibera, con tanto di approvazione regionale. E’, pertanto, intenzionato a ricorrere in appello dove il suo avvocato, Carlo Taormina conta di trovare maggior ascolto per le tesi del suo assistito.

Franco Fiorito ha fatto una dichiarazione che, per chi ha memoria e familiarità con la prima “tangentopoli” di circa venti anni, fa non può che far sorgere spontanea una riflessione. Molti dei politici inquisiti dall’ex Pm, Antonio Di Pietro, e dal resto del “pool” di Milano, furono sentiti dire che, dopo le loro vicende giudiziarie, non avevano più una lira, anche per le ingenti spese legali sostenute.

Fiorito, e la cosa non può che essere apprezzata, ha dichiarato invece che farà il “filantropo”. O lui non conosce bene il significato del termine, o vuol dire che gli sono comunque, rimasti parecchi soldi da parte.

Giancarlo Infante