Occidentali ed arabi: armi ai ribelli siriani L’Italia insiste per la conferenza per la pace

Occidentali ed arabi: armi ai ribelli siriani  L’Italia insiste per la conferenza per la pace

Altro che conferenza internazionale che sia in grado di chiudere la guerra civile in Siria. 93.000 morti, 1 milione e 600 mila rifugiati al di là dei confini, decine di miliardi di dollari il costo delle distruzione di immobili, aziende ed infrastrutture . Il rischio è, addirittura, di un allargamento del conflitto a tutta l’area circostante mediorientale.

Dopo l’esito del G8 appena tenuto nell’Irlanda del Nord, nel corso del quale si è solo confermato che la Russia continua a sostenere il regime di Bashar al-Assad, i cosiddetti “Amici della Siria” – che comprende gli stati occidentali e arabi, più Turchia – concordano sulla necessità di fornire un adeguato urgente sostegno militare ai ribelli appoggiati dall’Occidente. La necessità è duplice: arginare la controffensiva da parte delle forze del Governo do Damasco e, contemporaneamente, il crescente potere dei combattenti più estremisti del fronte islamico jihadista. Un bel pasticcio, insomma.

L’Italia, per bocca del Ministro degli Esteri, Emma Bonino, continua a chiedere che aumentino gli sforzi per organizzare la conferenza internazionale che si era in procinto di avviare questo mese di Giugno. Poi, la situazione militare e le divisioni anche interne al fronte dei ribelli hanno, per il momento, fatto cancellare.
morti siria
Le forze del Presidente Assad hanno appena riconquistato la città di Quseir, da sempre considerata uno snodo strategico. Da quel momento, i sostenitori dell’opposizione siriana è come se fossero usciti dal torpore. L’amministrazione americana, in particolare, ha confermato, per la prima volta, che fornirà di armi i ribelli, mentre fonti l’Arabia Saudita ha accelerato la consegna delle forniture promesse.

Gli aiuti internazionali dovranno essere incanalati attraverso il Consiglio supremo militare, filo-occidentale. Usa ed alleati europei , infatti, devono evitare che le armi finiscano nelle mani dei radicali islamici.
I Ministri del gruppo “Amici della Siria” condannano “l’intervento di milizie di Hezbollah e di combattenti provenienti da Iran e Iraq”, e ne chiedono il ritiro immediato.

L’agenzia Reuters riferisce di aver saputo da fonti ben informate che l’Arabia Saudita ha accelerato la consegna di armi sofisticate. “La settimana scorsa ci sono stati molti più gli arrivi di queste armi avanzate”. Si tratterebbe di forniture in grado di assicurare il ristabilimento dell’equilibrio sul campo che nei giorni scorsi si è andato spostando a favore del Governo di Damasco.

I consiglieri militari francesi starebbero, intanto, intensificando l’addestramento dei ribelli in Turchia ed in Giordania. Gli Usa starebbero facendo lo stesso. Le richieste degli insorti riguardano la fornitura di armi anti-aerei ed anti-carro. Louay Meqdad, portavoce del Consiglio militare supremo, guidata dall’ex generale dell’esercito siriano Salim Idriss, ha confermato che sono giunte le prime spedizioni.
distruzioni siria
Una fonte diplomatica francese ha confermato che Parigi avrebbe aumentato gli aiuti non letali, come apparecchiature di comunicazione, maschere antigas, occhiali per la visione notturna e di giubbotti antiproiettile, oltre che l’assistenza per la strategia militare e di intelligence sul campo di battaglia. Vi sarebbe, insomma, di una divisione dei ruoli: gli arabi del Golfo consegnano armi mentre le nazioni occidentali assicurano logistica ed addestramento.

John De Giorgi