Nuovi rimproveri europei all’Italia. Non abbiamo fatto pagare le “quote latte”

Nuovi rimproveri europei all’Italia.  Non abbiamo fatto pagare le “quote latte”

La Commissione Europea rimprovera l’Italia. Verrebbe subito di lasciarsi prendere dal solito atteggiamento da vittime che, sempre più spesso, noi italiani stiamo assumendo quando ci sentiamo tirare le orecchie da tedeschi ed europei perché le nostre cose non sono a posto come esse dovrebbero essere. Viene sempre più frequente la voglia di rispondere:”fatevi i fatti vostri”.

Questa volta, però, i rimproveri sono mossi per alcune cose per le quali ci dovremmo redarguire da soli perché di mezzo ci vanno, oltre che l’immagine, anche i “fatti nostri”. Intanto, ci tirano le orecchie per la gestione dei rifiuti in Campania. Più “fatti nostri” di così? Poi, per l’annosa questione delle quote latte per la quale continuiamo a fare orecchie da mercanti. Sarà allora per questo che ce le tirano?

La Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora, prima tappa della procedura d’infrazione Ue, esortandola a “recuperare dai produttori di latte, che tra il 1995 e il 2009 hanno superato le quote loro assegnate, multe per un totale stimato in almeno 1,42 miliardi di euro, in gran parte ancora non riscossi”. Le quote vennero introdotte nel 1984, assegnando ad ogni Stato membro un quantitativo limite di produzione al fine di evitare la sovrapproduzione. Nel caso in cui si vada oltre la quota consentita, i produttori sono tenuti a pagare un prelievo sulle eccedenze.
latte
“Le autorità italiane, nonostante le ripetute richieste della Commissione, non hanno ancora adottato le opportune misure”. Questo il fatto. E questo il rimprovero: un tale comportamento, precisano in sede europea, “vanifica le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari, oltre a creare distorsioni della concorrenza con altri produttori europei e italiani che hanno rispettato le quote di produzione o pagato i prelievi sulle eccedenze in caso di superamento dei limiti”.

La Commissione ha concesso un termine di due mesi entro il quale sarà possibile presentare eventuali osservazioni. La Commissione vaglierà queste osservazioni e, poi, potrà chiedere allo Stato italiano di intraprendere le misure necessarie per ottemperare al regime delle quote al più presto.

Red