Via libera dal Cdm a privatizzazione di poste ed Enav e al “rientro di capitali”. Nuova fiducia per Letta sul decreto per Imu e Banca d’Italia, nonostante la gazzarra di M5S. Intanto, continua il confronto sulla legge elettorale.

Via libera dal Cdm a privatizzazione di poste ed Enav e al “rientro di capitali”. Nuova fiducia per Letta sul decreto per Imu e Banca d’Italia, nonostante la gazzarra di M5S. Intanto, continua il confronto sulla legge elettorale.

Il Governo di Enrico Letta incassa un’altra fiducia con 335 “si” e 144  “no” in uno scontato voto sul decreto sulla rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia che, pure,  tante perplessità aveva  suscitato, dentro e fuori il Parlamento. Il decreto si occupava anche della “mini Imu” proprio in coincidenza con la data di scadenza del pagamento.

Dopo la fiducia, tra lunedì 27 e martedì 28 gennaio, si dovrebbe giungere all’approvazione definitiva del testo che stava rischiando di non essere convertito perché il Senato si era preso ben 45 giorni per l’esame del provvedimento.

Tutti i partiti che sostengono il Governo hanno finito per votare compatti senza farsi distrarre dalla bagarre organizzata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, perché, come ha spiegato per conto della maggioranza l’onorevole Federico Fauttilli nel suo intervento, svolto come rappresentante del gruppo Per l’Italia, è stato superato quello che ha definito un “palese vulnus” in merito alla “iniziale libera trasferibilità delle quote”. Sono state, infatti, reintrodotte la clausola di gradimento ed il “diritto di veto su eventuali ‘nuovi pretendenti’ alla proprietà della Banca” una volta valutati i requisiti dei potenziali acquirenti che, ricorda il parlamentare della maggioranza, “dovranno avere sede legale ed amministrazione centrale in Italia”. Banca d’Italia, insomma, resta in mani italiane e viene evitato un “mercato” straniero del suo capitale azionario

Secondo Fauttilli il provvedimento, migliorato ed integrato nel corso dell’iter parlamentare, ha fugato le preoccupazioni che venisse utilizzato per  fare “dei regali alle banche”, come denunciato da più parti. Egli ha infatti sottolineato che è adesso previsto che le quote eccedenti il 3 per cento del pacchetto azionario sono di fatto “sterilizzate”, sia rispetto al diritto di voto, sia per la distribuzione dei dividendi.

Fauttilli 1

Il provvedimento ha anche ridisegnato la composizione del capitale della Banca d’Italia perché a causa dei processi di fusione ed acquisizione, ha ricordato il parlamentare della maggioranza, due sole banche avevano finito per detenere il 64 per cento del capitale dell’Istituto centrale cui oggi, invece, è stata allargata la base azionaria.

La maggioranza, dunque, tiene nonostante continuino le accese discussioni sull’accordo raggiunto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi in materia di riforma costituzionale ed elettorale. Dopo il forte sostegno di Enrico Letta alla posizione degli alleati minori e di una parte consistente del Pd a favore della reintroduzione delle preferenze, il ministro Dario Franceschini, tra i primi a schierarsi a favore di Matteo Renzi alla Segreteria, si dice contrario a questa ipotesi su cui giunge anche la chiusura di Denis Verdini che, per conto di Forza Italia, continua a volere le liste bloccate.

E in serata, dal Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi il Governo ha dato il via libera al decreto legge che contiene “disposizioni urgenti in materiavia libera al piano per il rientro dei capitali all’estero e alla privatizzazione di Poste ed Enav. Nel provvedimento figurerebbe anche il differimento della rata Inail per le imprese.

Alessandro Di Severo