I nostri politici ed il paese reale

I nostri politici ed il paese reale

Nei giorni scorsi la Consulta ha emesso il verdetto sulla legge elettorale dell’Italicum: bocciato il ballottaggio, salvati il premio di maggioranza e i capilista bloccati. La legge elettorale è applicabile subito, è scritto nella sentenza della Corte Costituzionale.

Dopo aver atteso passivamente il verdetto della Consulta, tutti i partiti si dicono pronti alla “battaglia” per varare una nuova legge elettorale in Parlamento ed ognuno pensa di farla a proprio uso e consumo.

Sono subito iniziate, infatti, le dichiarazioni dei politici, o politicanti, di governo e di opposizione, per approvare una legge più conveniente al proprio partito.

Da giorni i cittadini sono subissati da dichiarazioni di politici trasmesse da Tv e giornali con le quali ogni parlamentare rivendica per il suo partito il merito di aver agito per il bene supremo dei cittadini. Anche se per molti cittadini, invece, i loro interventi politici nascondono solo incapacità, o disinteresse, di occuparsi di argomenti che riguardino davvero il “ sistema paese”.

In una dichiarazione rilasciata a Montecitorio ai cronisti, la Presidente della Camera, Laura Boldrini,  ha dichiarato: “Nel frattempo che si elabora una legge elettorale, che per me deve essere una legge che esce dal Parlamento, deve esserci anche attenzione ai problemi dei cittadini, alle disuguaglianze, alla povertà. Noi non possiamo ora per mesi e mesi occuparci solo della legge elettorale come per mesi ci siamo occupati solo o prevalentemente delle riforme”. Quindi, prosegue la Presidente, “ va bene occuparsi delle questioni che riguardano l’assetto, la struttura democratica del nostro paese, ma non basta. Io invito le forze politiche a farsi carico anche dei problemi dei cittadini che purtroppo sono molto impellenti”.

Un ulteriore invito, insomma, rivolto a tutti i politici che siedono in Parlamento, ma anche ai giornalisti di carta stampata, web, radio e televisione, a volgere lo sguardo verso il paese reale, ai cittadini, ai migranti, al problema della disoccupazione, ai poveri abbandonati a se stessi,  e sempre più numerosi.

E’ il momento, prima che sia troppo tardi, di orientare gli sforzi delle istituzioni verso i problemi reali dei cittadini proprio quando il nostro paese sta attraversando un periodo di forte crisi economica e sociale.

L’Europa, intanto, minaccia di inviarci una procedura d’inflazione che ci potrebbe costare un supplemento di manovra sul deficit pubblico superiore ai tre miliardi, inevitabilmente destinato a ricadere come una mannaia sulle spalle dei cittadini.

Per una volta i politici, in un momento così delicato per il nostro Paese, devono fare uno sforzo per occuparsi realmente del paese reale e dei cittadini; le televisioni, i giornali, anziché chiedere in continuazione l’obolo ai cittadini per le sciagure che periodicamente colpiscono il nostro paese, facciano una campagna di stampa per una effettiva riduzione degli emolumenti dei parlamentari, delle agevolazioni di cui godono in tutti i campi, compresi i biglietti gratis delle partite di calcio che pochi rinunciano ad accaparrarsi.

Non tutti sanno che un Parlamentare percepisce un emolumento pari a quasi 12 mila euro al mese, ma questo è solo una parte dello stipendio. Ci sono altre voci che “arrotondano” il loro “bottino”: 4 mila euro per il loro soggiorno a Roma; 4 mila euro per pagare i loro collaboratori. Ogni deputato viaggia gratis in autostrada, treno, auto, nave. La Camera dei Deputati costa a noi cittadini oltre 145 milioni di euro l’anno.

Lo status di ogni Parlamentare è stato creato per una politica rivolta essenzialmente al bene comune. Ma, come spesso accade, non sempre gli sforzi di chi governa, così come quelli delle opposizioni, è rivolto a questo scopo, bensì spesso finalizzato solo ad aumentare il loro potere.

Scrive Erich Fromm nel suo famoso Avere o Essere?: “L’egoismo generato dal sistema induce i leader ad apprezzare di più il successo personale che non la responsabilità sociale. Uomini politici e dirigenti economici formulano decisioni che risultano insieme dannose e pericolose per la comunità”.

Malgrado una crisi economica in atto ormai da dieci anni, i politici continuano con la loro litigiosità, anche all’interno dello stesso partito, con maggioranza e minoranza pronte ad accusarsi su qualunque tema. In realtà, sono liti che tendono semplicemente a scalzare il proprio avversario per prenderne, poi, il posto.

Senza considerare che al grande pubblico, ai cittadini, a chi lavora, non interessano affatto queste liti di bottega. A loro interessa la propria condizione di vita, ad aspirare a un posto di lavoro adeguatamente retribuito, al diritto di avere una casa, e, poi, ad avere a che fare con un’amministrazione senza burocrazia e una classe politica onesta che non dichiari il falso e non venga accusata di abuso d’ufficio.

Non è demagogia, né populismo dire che i nostri politici dovrebbero prendere esempio dai volontari della Protezione Civile, dai Vigili del fuoco, dai soccorritori di Rigopiano, che hanno scavato con le mani, giorno e notte, per salvare la vita alle sfortunate persone disperse per giorni sotto le macerie a causa di una valanga. E il loro uno salario mensile è di media di 1.400 euro.

Ecco, ai politici non si chiede di salvare la vita di nessuno, ma almeno di occuparsi dei problemi economici e sociali dei cittadini. E, per una volta, cercare di risolverli. Prima che davvero sia troppo tardi.

Giuseppe Careri