Non decolla il nuovo soggetto politico Scoppia il Centro di Casini, Monti e Montezemolo?

Non decolla il nuovo soggetto politico  Scoppia il Centro di Casini, Monti e Montezemolo?

Il Centro di Mario Monti, Pierferdinando Casini e Luca di Montezemolo si è rotto completamente o è in procinto di finire in mille pezzi. Queste le ultime notizie raccolte da RomaSettimanale.it conversando con alcuni parlamentari ed uomini politici vicini al raggruppamento che doveva rappresentare il punto di svolta della politica italiana, da anni incagliata sul dualismo senza sbocchi costituito da Pdl e Pd. “E’ bene che si vada al chiarimento”, ha detto a RomaSettimanale.it l’on. Federico Fauttilli, eletto alla Camera nel Lazio per la Lista Civica di Monti

I risultati elettorali, prima delle elezioni politiche del Febbraio scorso, e poi le amministrative di fine Maggio, hanno determinato un quadro politico del tutto diverso a causa dell’irrompere sulla scena di due nuovi soggetti: “il partito delle astensioni”, il più grande d’Italia, ed il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Il Centro non è riuscito a raggiungere e superare quella soglia del 15 per cento che avrebbe potuto consentire l’individuazione di un punto di non ritorno sulla strada della creazione di nuovi equilibri politico parlamentari. Purtroppo per loro, Monti Casini e Montezemolo non hanno trovato abbastanza voti nelle urne per poter condizionare a sufficienza il Pd comunque confermatosi il primo partito italiano, in termini di eletti in Parlamento.

Al Centro sarebbe bastato ottenere una qualche decina di senatori in più per essere nelle condizioni di imporre a Pierluigi Bersani la formazione di un Governo largamente condizionato dalla Lista Civica per Monti, influire considerevolmente nella scelta dei presidenti di Camera e Senato e, soprattutto, gettare quei voti in più in maniera determinate sulla bilancia al momento delle votazioni per il Capo dello Stato.
i tre
Tutto questo non è stato. La delusione è stata avvertita già prima che finisse lo spoglio delle schede. I tre leader della coalizione, cui si dovrebbe aggiungere l’esponente di Sant’ Egidio, Andre Riccardi che però ha sempre mantenere una posizione defilata, hanno trattenuto a stento il loro malumore. Era quasi come se si rimproverassero l’uno l’altro un risultato non consono alle attese, addebitabile a qualcuno di loro preso singolarmente e non al complessivo e condiviso modo di presentare una proposta politica nuova ad un elettorato stanco ed esacerbato.

I dissapori sono stati, però, relegati nei loro ristretti incontri di vertice. Anche se alcuni comportamenti pubblici denotavano un diffuso stato di disagio. Casini giunse a non partecipare alle riunioni di vertice della sua componente, l’Udc. Sapeva che rischiava di essere preso a male parole dai molti che gli contestavano una gestione feudale del partito e dei rapporti con gli altri componenti la coalizione.

Luca di Montezemolo fece fa sapere in giro di non sopportare più Casini & Company. Il professor Monti appariva chiaramente fuori dei giochi che hanno portato al rinnovo dei vertici delle due camere ed alla conferma di Giorgio Napolitano al Quirinale. Non si è sentito in alcun modo il peso della sua recente esperienza di Governo.

I tre sono stati costretti al silenzio per l’imminente arrivo delle elezioni amministrative, tra cui quelle di Roma. La Capitale ha finito per costituire la cartina tornasole di un disagio diffuso a livello nazionale. L’Udc si è spaccato in vari tronconi. Ciocchetti, da sempre il leader senza truppe dell’Udc laziale, è passato armi e bagagli con Alemanno. Forse perché convinto che la rimonta di Berlusconi a livello nazionale potesse raggiungere livelli taumaturgici a Roma e miracolare, così, il sindaco uscente.
marchini
Un’altra parte, invece, si è legata ad Alfio Marchini, il bastian contrario del Centro sinistra e catalizzatore anche di quasi tutto il voto del mondo cattolico capitolino. Al punto che sono anche gli uomini della Comunità di Sant’Egidio a fare un grande sforzo organizzativo e di scelta delle candidature. Altri pezzi dell’Udc fanno un po’ come gli pare. La situazione consente la recita a soggetto.

I risultati, comunque, non saranno a Roma molto diversi dalle politiche di Febbraio. Con la differenza, però, che il Professor Monti poteva vantare, secondo alcuni ne è stato in realtà danneggiato, la sua esperienza di Governo. Alfio Marchini, invece, avrebbe fatto, lui sì, un autentico miracolo nell’ottenere il risultato raggiunto con soli due mesi di campagna elettorale.

A questo punto, passate anche le amministrative, i malumori sono cotti al punto giusto per esplodere. Andrea Olivero, ex Presidente delle Acli, ha assunto di fatto il ruolo di coordinatore della coalizione. Ha preparato un documento che, però, sembra che Casini e Cesa, il segretario dell’Udc, non hanno neppure preso in considerazione. A loro interessava ed interessa definire la struttura del nuovo partito sulla base di una suddivisione che tenga conto della situazione pregressa. Il che vuol dire consentire all’Udc di fare la parte del leone nella distribuzione di incarichi e responsabilità.

Da quello che ha appreso RomaSettimanale.it Luca di Montezemolo sarebbe andato su tutte le furie di fronte alla possibilità che il professor Monti cedesse su questi punti. L’ex Presidente di Confindustria avrebbe così posto il classico aut aut : o loro o noi. Morale della favola, il professor Monti e hanno preso la palla al balzo per declinare la richiesta di Casini e Cesa.
federico-Fauttilli
“Noi vogliamo arrivare alla definizione di un soggetto politico nuovo partendo dal territorio”, continua con RomaSettimnale.it lon. Fauttilli. “Dalle persone, dalle associazioni, dalle organizzazioni che operano in mezzo alla gente. Anche la recente esperienza del Pd, la posizione di Matteo Renzi, confermano che viviamo un tempo in cui si devono trovare nuovi modelli originali nella creazione di un partito. Che senso ha formare una nuova realtà frutto di un accordo di vertice tra l’Udc e gli amici del centro che vengono da una esperienza diversa? Dobbiamo partire dalle realtà locali per aprirci alle voci ed alle esigenze nuove poste dalla gente”.

L’on Fauttilli non vuole amplificare le polemiche. Così, trascura di aggiungere che l’Udc, in realtà, sta scomparendo quasi dappertutto ad esclusione di alcune zone del Sud. Il vecchio gruppo dirigente è oramai in dissolvimento ed in pieno litigio perché gli accordi con il professor Monti hanno, di fatto, ridotto ai minimi termini la presenza dei rappresentanti Udc nei due rami del Parlamento. L’ex deputato Mario Tassone, escluso assieme a Luca Volonté, ha deciso di prendere una propria strada. Ha avviato le procedure per rimettersi in pista autonomamente con il vecchio Cdu.

Insomma, sembra che Casini e Cesa siano rimasti a guardare il bidone con la sola compagnia del professor Rocco Buttiglione, della on. Paola Binetti, e qualche altro. Un po’ pochino per imporsi con il professor Monti e Luca di Montezemolo.

Giancarlo Infante