Negli Stati Uniti: aumento posti lavoro privati pubblico perde e media bassa

Negli Stati Uniti:  aumento posti lavoro privati  pubblico perde e media bassa

I posti di lavoro aumentano negli Usa perché il settore privato ha continuato ad aumentare le assunzioni in maggio. L’occupazione totale (combinata privati e pubblici), però, rimane ancora al di sotto del livello dicembre 2007, all’inizio della Grande Recessione. I dati dimostrano che le perdite dei posti di lavoro sono stati di gran lunga maggiori che in altre fasi di recessioni recenti. Così come il ritmo della ripresa del lavoro è stato molto più lento di quanto non lo sia stato, ad esempio, dopo la crisi del 2001.

Come presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha recentemente detto al Congresso Usa che la politica fiscale (modifiche alle tasse e della spesa) era da considerarsi abbastanza espansiva a livello federale, come l’aumento della spesa e le riduzioni fiscali hanno contribuito a stimolare l’economia. Tuttavia, tagli di spesa ed aumenti delle tasse a livello statale e locale e successivo freno a livello federale (tagli di spesa e aumenti delle tasse) hanno finito per compensare l’effetto espansivo.

lavorousa11 bernankeIl rallentamento conseguente del recupero dei posti di lavoro ha riguardato, in particolare, i lavoratori disoccupati. Soprattutto, quelli di lunga durata. Coloro cioè alla ricerca di un lavoro per sei mesi o più, i quali costituiscono storicamente la più grande fetta dei senza lavoro. Una tale situazione ha anche portato più persone a rimanere inattive, piuttosto che a cercare lavoro.

La bassa ricerca di lavoro ha permesso di far cadere il tasso di disoccupazione (perché il tasso è calcolato sul numero di persone che cercano attivamente lavoro), ma nella realtà ha mantenuto alta la quota effettiva della popolazione senza un lavoro. Lo sviluppo di lavoro in maggio è stato consistente, ma il tasso di disoccupazione è rimasto elevato. Una robusta ripresa dell’occupazione rimane sfuggente, soprattutto perché gli effetti completi della politica governativa del Presidente Obama devono ancora farsi sentire.

lavorousa4In sostanza, l’occupazione è aumentata di 175 mila posti di lavoro rispetto a marzo ed aprile. I privati hanno influito con 178.000 posti di lavoro cui ha corrisposto un calo dei dipendenti pubblici di 3.000 unità. Questo è il 39 ° mese di fila che mostra la creazione di posti di lavoro nel settore privato, con una crescita complessiva di 6,9 milioni di posti di lavoro. Al ritmo di 178.000 posti di lavoro in più al mese, a partire dal febbraio 2010. L’occupazione non agricola totale (privato più pubblico) è cresciuta di 6,3 milioni di posti di lavoro.

Nello stesso periodo, i posti di lavoro pubblici totali sono diminuiti di 622.000 di cui 396.000 nell’impiego pubblico locale. Nonostante i 39 mesi di crescita, ci sono ancora 2,4 milioni in meno di posti di lavoro nel settore non agricolo ed altri 1,9 milioni nel settore privato, rispetto al dicembre 2007. La ripresa dell’occupazione, così, in teoria potrebbe essere considerato un buon risultato se non fosse di molto inferiore ai tassi di 200.000, 300.000 nuovi posti al mese, propri dei periodi di buon andamento dell’economia statunitense.

lavorousa1 606x341_220122_usa-disoccupazione-cala-ma-l-economiLa crescita di posti di lavoro, infatti, nei primi cinque mesi del 2013 è stata in media di soli 189.000 al mese. Il tasso di disoccupazione ha toccato il 7,6 per cento e 11,8 milioni di persone restano disoccupate. Nel mese di maggio, il tasso di disoccupazione è stato del 6,7 per cento per i bianchi (2,3 punti percentuali in più rispetto all’inizio della recessione), 13,5 per cento per gli afro-americani (4,5 punti percentuali in più rispetto all’inizio della recessione), e 9,1 per cento per gli ispanici o “latinos” (2,8 punti percentuali in più rispetto all’inizio della recessione).

Rispetto all’inizio della recessione. Con i sotto occupati, la cifra complessiva dei senza lavoro o con lavori non adeguati sale a circa 22 milioni di persone. La disoccupazione di lunga durata rimane uno dei problemi più significativi. Quasi due quinti (37,3 per cento) degli 11,8 milioni di persone disoccupati – 4,4 milioni di persone – sono alla ricerca di lavoro per 27 settimane o più.

Gianluca Scialanga