Morto Bauman, il padre della ” modernità liquida” – di Giuseppe Careri

Morto Bauman, il padre della ” modernità liquida”  – di Giuseppe Careri

“I titoli dei giornali, mi dispiace dirlo a lei che è un giornalista, servono soprattutto a dimenticare i titoli di ieri, per lasciare spazio a nuove informazioni, a nuovi usi; quindi questa costante caccia per prendere una nuova realtà fa si che bisogna dimenticare, re-imparare quello che si è imparato ieri, qualcosa che si possa riutilizzare in futuro, domani, dopo domani”.

E’ una della tante risposte del Sociologo e Filosofo Zygmunt Bauman alle domande di un giornalista televisivo sulla Modernità Liquida.

Bauman, professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e Varsavia, è morto il 9 gennaio del 2016 a Leeds, Regno Unito, all’età di 91 anni.

Il sociologo Zygmunt Bauman, uno dei più noti e influenti pensatori del nostro tempo, era nato a Poznan, Polonia, da genitori ebrei. All’età di 14 anni fuggì nella zona di occupazione sovietica dopo che la Polonia fu invasa dalle truppe tedesche nel 1939  all’inizio della Seconda Guerra mondiale

Nei suoi ultimi lavori, Bauman ha inteso spiegare la postmodernità  usando la metafora di modernità liquida e solida. In tutta la sua storia di sociologo e filosofo, Bauman ha trattato argomenti di carattere sociale, toccando argomenti che sono all’ordine del giorno della nostra società in continuo divenire. Modernità liquida, amore liquido, capitalismo parassitario, dentro la globalizzazione, consumo, dunque sono, sono solo alcuni dei numerosi saggi pubblicati dagli editori italiani. Lo studioso polacco ci ha “illuminato” il presente e ipotizzato il nostro futuro “liquido” attraverso i suoi studi, le sue riflessioni, le sue ricerche sul campo. L’era presente raccontata dal Professore polacco è certamente moderna, dice, ma destinata nel tempo a “liquefarsi” come è successo in tutte le stagioni precedenti, a partire dall’illuminismo. La modernità, secondo il sociologo polacco, è stata liquida da sempre, “nonostante la formazione di corpi solidi, istituzioni, reti sociali, comunità ben definite”.

“Al contrario di quello che dicono i post modernisti, scrive Bauman, noi siamo ancora molto moderni. Siamo una civiltà trasgressiva, vogliamo cambiare le cose; cioè tutto ciò che è stato modernizzato ieri, oggi è obsoleto e dobbiamo modernizzarlo. Poi però c’è la seconda parola: liquida. Liquidi sono dei corpi che non possono mantenere la propria forma.

Ed è questo che crea questa atmosfera di incertezza, poiché i comportamenti,  le capacità, gli usi e i costumi che funzionavano ieri improvvisamente non ti aiutano più e allora devi di nuovo configurare la tua strategia di vita e non puoi prevedere quanto dureranno”.

Bauman ci racconta i diversi aspetti politici e sociali che caratterizzano da sempre i comportamenti dei cittadini del mondo: la disuguaglianza, la paura, il potere, l’amore, l’emarginazione, la lotta di sopravvivenza degli emarginati, degli ultimi, dei diseredati. Argomenti di cui si discute ormai a tutti i livelli, spesso anche inconsapevolmente, sui bisogni della società, sulla lotta di potere, sull’informazione, sulla prevalenza e la fortuna di essere nato nel posto giusto al momento giusto per poi conseguire una carriera ricca di soddisfazioni, economici e sociali. Al contrario di chi, invece, può solo contare sulla propria capacità lavorativa, la propria serietà e intelligenza, non sempre sufficienti, purtroppo, a conquistare posti di prestigio e a salire, quindi, i gradini di una società spesso classista che respinge i meno abbienti.

Gli studi più approfonditi di Bauman spaziano dalla modernità, alla globalizzazione, al progresso della tecnologia, alla perdita dei valori, alla crisi dei partiti e alla definitiva perdita della sicurezza che sfocia nella paura percepita dai cittadini della nostra epoca moderna. Scrive Bauman nel “Demone della Paura”:

“Le paure sono un compagno permanente della vita umana”. Prima c’erano i lupi. Oggi i nostri timori sono diffusi, difficili da individuare; La tegola ti può arrivare da una fonte misteriosa come il commercio mondiale, le borse, la circolazione dei capitali; improvvisamente non hai più credito, tutto questo crea un’atmosfera di incertezza che significa che io ignoro quello che succederà”.

La paura costringe la popolazione a difendersi, a chiudersi nel proprio ambito, a circondarsi di allarmi, di controlli, d’installazione di video citofoni contro il rischio di ipotetici pericoli che provengono dalla vita quotidiana, dall’immigrato scambiato per terrorista, dal timore di una bomba che scoppia in un supermercato con il rischio di rimanerne vittime. Ormai, complice una politica cieca, siamo portati a stare lontano dai migranti, a criminalizzarli, senza considerare che anche loro sono vittime della paura causata dalla guerra civile, dalla povertà, dai soprusi e violenze di paesi autoritari. Tutto questo ci mostra l’aspetto sempre più devastante della disuguaglianza tra ricchi e poveri.

Uno studio delle Nazioni Unite del 1998 pubblicato su “La ricchezza di pochi avvantaggia tutti”, John Galbraith scrive:

“il 20% della popolazione mondiale si accaparrava l’86% di tutti i beni e servizi prodotti nel mondo, mentre il 20% più povero ne consumava solo l’1,3% .

Ecco, con i suoi numerosi saggi e le sue ricerche sociologiche, il Professor Bauman ci ha mostrato uno spaccato inquietante della nostra società, attraverso il progresso tecnologico, la globalizzazione, la paura, inseriti ormai nella vita di tutti i giorni.

Nella modernità liquida, il più classico dei suoi saggi, sarà forse necessario che altri studiosi illuminati aggiungano un barlume di speranza alle nuove generazioni, ai nostri figli, i nostri nipoti, per non disperdere nella “liquefazione” quella ricchezza della conoscenza, quella sete di giustizia e tranquillità sociale, di cui tutti noi abbiamo davvero bisogno.

Giuseppe Careri