Il momento dei conti con una legge elettorale che non fa governare – di Giuseppe Careri

Il momento dei conti con una legge elettorale che non fa governare – di Giuseppe Careri

I risultati delle elezioni politiche del 4 marzo hanno confermato le previsioni di tutti i sondaggi. Vittoria netta dei 5 Stelle e della coalizione del Centro Destra, con la sorpresa del sorpasso della Lega su Forza Italia e, soprattutto, la sconfitta del Partito Democratico precipitato a poco più del 18% dei voti.

Con il sistema tripolare e l’attuale legge, chiamata Rosatellum, si è giunti quindi al paradosso di non essere in grado, al momento, di aggregare i voti dei 5 stelle al Pd o al Centro Destra di Salvini per formare un governo.

Giornali, televisioni, politici ed esperti di tutti i partiti elaborano calcoli delle percentuali, strategie politiche, per “suggerire” un accordo tra i tre partiti in campo.

L’ex Presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, in una intervista rilasciata a Fazio, ha dichiarato: “al momento non c’è nessuno in grado di prevedere quale sarà lo sbocco politico per arrivare a un governo”. Ecco, forse è il giudizio più sensato del panorama politico e mediatico di questo dopo elezioni.

Non si contano più gli appelli di politici e di giornalisti di lungo corso, come d’Alema, Scalfari, Michele Ainis, Emiliano, per arrivare al risultato finale di formare un governo.

Si ipotizzano di volta in volta soluzioni alternative. Un governo centrato sull’alleanza 5 Stelle Centro Destra; i Grillini con il Partito Democratico; oppure governi di scopo per traghettare la legislatura verso nuove elezioni dopo l’approvazione di una nuova legge elettorale; o, come suggerisce Eugenio Scalfari su Repubblica, “Gentiloni è l’unica strada”. E ancora, “La cosa migliore da farsi è quella di andare in tempi brevi di nuovo alle urne”, scrive sul Corriere della Sera Galli della Loggia.

In ultima analisi sarà comunque il Presidente della Repubblica a decidere a chi affidare l’incarico di formare un nuovo governo. In questa situazione ingarbugliata Mattarella si affida al senso di responsabilità dei partiti per trovare una soluzione alla crisi che appare molto lunga e difficile.

Il primo scoglio da superare, ma anche il primo spiraglio di accordo, sarà costituito dall’elezione dei Presidenti della Camera e del Senato.

Nel frattempo sono già iniziati i colloqui segreti, sotterranei, tra i partiti. Editorialisti e uomini politici sono concordi nell’assegnare la Presidenza della Camera e del Senato ai vincitori delle elezioni, ossia i 5 Stelle e il Centro Destra.

Circolano già diversi nomi, da Calderoli della Lega, a Romani di Forza Italia, l’ex Presidente della Camera Boldrini di Leu e tanti altri ancora, tra i quali Salvini, per il Senato.

Dopo la nomina dei Presidenti di  Camera e Senato, il Presidente della Repubblica inizierà il giro di consultazione con i Capi Gruppo dei partiti e, infine, prenderà la decisione di affidare l’incarico a chi presume sarà in grado di formare un Governo da presentare poi in Parlamento.

Purtroppo la situazione di impasse post voto in cui si trova l’Italia sta nella incredibile legge elettorale Rosatellum, varata con i voti del Partito Democratico, di Forza Italia e Lega, per impedire, si disse allora, ai 5 Stelle di formare un governo in caso di vittoria alle urne.

Solo dopo la nomina del nuovo esecutivo a guida 5 Stelle, si saprà se i programmi mirabolanti presentati da Di Maio durante la campagna elettorale saranno onorati dal nuovo Governo, in primo luogo il reddito di cittadinanza.

Certo, è difficile immaginare la bacchetta magica soprattutto per realizzare quelle riforme e quelle promesse economiche difficili da sostenere per il grande costo che comporta a carico del paese. Al momento nessuno è in grado di prevederlo, come ha ripetutamente affermato l’ex Presidente del Consiglio Ciriaco De Mita.

Malgrado la vittoria clamorosa dei 5 Stelle e del Centro Destra, e la sonora sconfitta del Partito Democratico, chi pagherà “il conto” di questa situazione di stallo, saranno soprattutto gli elettori, tutti quei cittadini ignari dei giochi di palazzo e di accordi sotterranei, che saranno chiamati di nuovo alle urne a causa di una legge elettorale non adatta a un sistema tripolare.

Ha ragione Mattarella a chiedere senso di responsabilità a tutti i partiti, ma forse bisognava pensarci prima di varare una legge, il Rosatellum, osteggiata da tutti i partiti, compresi i firmatari.

Giuseppe Careri