Migranti: l’Europa lancia l’operazione militare Sophia contro scafisti e trafficanti di uomini

Migranti: l’Europa lancia l’operazione militare Sophia contro scafisti e trafficanti di uomini

L’Unione europea lancia l’operazione Sophia contro scafisti e trafficanti di uomini nel Mediterraneo con l’obiettivo di intercettare e distruggere le imbarcazioni usate per attraversare illegalmente il mare che divide, soprattutto, la Libia dall’Italia.

Sulla base della decisione assunta a Bruxelles, che segue mesi di polemiche e discussioni, le navi da guerra impegnate potranno ricercare, bloccare, controllare, sequestrare e distruggere le imbarcazioni sospettate di essere utilizzate per quella che è diventata una moderna forma di tratta di esseri umani.

Secondo i dati ufficiali, nel corso del 2015 sono stati più di 130 mila i migranti che hanno attraversato il Mediterraneo su barconi e gommoni di ogni genere per raggiungere l’Europa dalla costa nord africana e oltre 3.000, secondo le cifre conosciute, sono le persone annegate. A queste cifre vanno poi aggiunte quelle che riguardano il passaggio via mare tra Turchia e Grecia.

Al momento, dovrebbero essere utilizzati cinque navi oltre che numerosi elicotteri e droni, autorizzati ad operare subito dopo le 12 miglia dalla costa che coprono le acque territoriali dei paesi rivieraschi, Libia in testa.

Mancando ancora l’approvazione delle Nazioni Unite, infatti, non è stato ancora possibile autorizzare la copertura della missione fin sulle coste libiche.

In contemporanea, è il Times di Londra a pubblicare l’indiscrezione, l’Europa starebbe per preparare anche il rimpatrio di circa 400 mila migranti cui non è riconosciuto lo status di rifugiato politico, tra quanti sono giunti nei mesi scorsi.

Nel frattempo, i corpi senza vita di circa 100 migranti sono stati trovati nelle acque antistanti le coste della Libia, all’altezza della capitale Tripoli e dintorni. 1.800, invece, sono le persone tratte in salvo da tre imbarcazioni italiane, una britannica ed una irlandese che operano con i mezzi italiani della Marina Militare, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza per recuperare i migranti in difficoltà nel Canale di Sicilia, secondo quanto previsto dalla missione di soccorso  e recupero dei migranti, Frontex, sempre allestita dall’Unione Europea.