Mentre il “Supremo” dei rifiuti Cerroni parla ai magistrati dei politici romani, l’Ama perde subito i vertici. Parte male il 2014 romano in materia di rifiuti

Mentre il “Supremo” dei rifiuti Cerroni parla ai magistrati dei politici romani, l’Ama perde subito i vertici. Parte male il 2014 romano in materia di rifiuti

Il “Supremo” dell’immondizia romana, Manlio Cerroni, comincia a vedersela con i magistrati ai quali racconta anche dei suoi rapporti con i politici romani. Cerroni stando alle cronache  giunge a chiedere che gli venga fatto un monumento per i meriti acquisiti in materia di rifiuti grazie alla sua discarica di Malagrotta. Modestamente,  preferisce definirsi “l’oracolo” dell’immondizia. Lui sa tutto in materia. Vedremo quello che si deciderà, allora, a raccontare agli inquirenti.

Intanto, l’Ama, l’azienda che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti capitolini, ritorna in piena crisi perché, dopo una sola settimana d’incarico, Ivan Strozzi lascia sia l’incarico di Presidente, sia di Amministratore delegato della società. Dopo essere stato fortemente voluto quasi come “l’uomo della Provvidenza” dal Sindaco Ignazio Marino e dall’assessore Estella Marino, è costretto alle dimissioni per un’indagine in cui è coinvolto, sempre in materia di rifiuti, in altre parti d’Italia. Da lui ci si attendeva molto. Ora Roma, invece, deve rivolgersi ad un nuovo salvatore della Patria. Un bell’incidente di percorso per la Giunta capitolina. Strozzi, spiega che  lui non c’entra niente con le vicende in cui è stato coinvolto, ma ammette di aver fatto male a non rappresentare subito ai vertici romani come stavano le cose.

giovanni quarzo Per l’opposizione, la posizione del consigliere Giovanni Quarzo è perentoria: “Marino completi l’opera. Dopo aver chiesto a Strozzi di dimettersi (giustamente), estenda l’invito all’assessore Marino, che tanto ha voluto Strozzi. E dopo di che tolga il disturbo anche lui. Almeno chiuderebbe con dignità un’esperienza in Campidoglio che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più ridicola. Ma adesso la situazione è davvero intollerabile”.

Anche Alfio Marchini non è tenero con il Sindaco e la sua amministrazione: «Ormai ogni commento è superfluo. Prima il capo dei vigili scelto e nominato direttamente dal sindaco e dimissionato in 24 ore. Ora, in piena emergenza rifiuti, il sindaco ci concede il bis. Quanto ancora i romani dovranno sopportare prima che questa maggioranza prenda atto dell’inadeguatezza di Marino?»

Roma, dunque, con il nuovo anno affronta nel peggiore dei modi la questione rifiuti dopo la chiusura della discarica di Malagrotta. Senza cioè un contestato, ma anche  luogo certo dove sia possibile smaltire le immondizie. La prospettiva è quella di ricorrere in misura maggiore al conferimento dei rifiuti ad altre 1a1890 discaricheregioni, se non addirittura all’estero. Un pedaggio oneroso da pagare almeno sino a quando non saranno individuate alternative davvero valide. Non è un mistero, e i romani se ne sono accorti, che la tariffa pagata a Roma per lo smaltimento dei rifiuti è una delle più alte d’Italia. E’ salita negli ultimi sei mesi di circa il 45 per cento. Importo destinato a lievitare ulteriormente si se aumenterà la quantità da  inviare all’estero per lo smaltimento.

Una soluzione potrebbe venire dall’aumento della parte di rifiuti raccolta porta a porta. Di questo è convinta l’assessore competente sui rifiuti, Estella Marino, secondo cui, però, saranno necessari due anni per mandare a regime la raccolta differenziata e per mettere alle spalle il rischio di una crisi. “ Roma – spiega Marino- deve mettere in atto un processo per trovare uno o più siti in provincia per smaltire i rifiuti. Ma più si aumenta la differenziata meno serviranno discariche perché solo una parte del conferimento sarà destinata in questi luoghi. Tuttavia con la chiusura di Malagrotta il costo per tonnellata per lo smaltimento dei rifiuti è passato è passato da 67 a 115 euro circa”.

malagrotta 1Secondo le stime del commissariato per l’emergenza rifiuti la raccolta differenziata dovrebbe attestarsi intorno al 47 per cento. Una svolta importante potrebbe essere rappresentata dall’aumento della raccolta del cosiddetto umido che, secondo una stima, ammonterebbe a circa il 40 per cento del raccolto.

L’Ama, al momento,  dispone solamente di un impianto, quello di Maccarese, adibito alla produzione di compostaggio. Impianto questo che lavora a ritmo ridotto ed é ora  saturo per cui l’azienda deve trasferire gran parte dell’umido raccolto ad impianti privati. Un problema di non facile soluzione anche perché a Roma e provincia è forte la contestazione dei cittadini nei confronti della realizzazione d’impianti come quello di Malagrotta, imputati di produrre cattivi odori La situazione non appare migliore nell’altra discarica esistente, quella di Fiumicino, un’ex cava dove dagli anni 50 sono stati raccolti tutti i materiali utilizzati per la costruzione dell’aeroporto di Fiumicino. La discarica oggi è un’area costellata da impianti e da colline, alte in taluni casi anche sino a 80 metri che nascondono tonnellate di rifiuti. Un costo altissimo se si considera il bilancio dell’Ama che pesa in maniera esponenziale sui costi di rimozione dei rifiuti. In Europa in fatto Roma è quella che ha più di 7.000 addetti al settore ed è seconda solo dietro Parigi nel rapporto tra abitanti e numero di addetti.

Enrico Barone