Marò in India: bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno dopo le decisioni del Tribunale Internazionale

Marò in India: bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno dopo le decisioni del Tribunale Internazionale

Tutti dicono che ci si trova dinanzi al classico bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto dopo che il Tribunale Internazionale del  Diritto del Mare ha chiesto sia all’India, sia all’Italia di sospendere ogni iniziativa giudiziaria in atto sul caso dei due marò italiani accusati da Nuova Dehli di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per terroristi.

Ai due paesi è ordinato di cessare ogni iniziativa in materia in attesa che l’Arbitrato intrenazionale entri nel merito della questione e rinvia al 24 settembre anche l’esame della richiesta italiana che sia concessa la possibilità a Salvatore Girone, ancora bloccato nell’Ambasciata italiana nella capitale indiana il ritorno in patria e a Massimiliano Latorre di rimanere nel nostro Paese per le sue condizioni di salute, indipendentemente dai termini fissati dalla Suprema Corte indiana.

E’ stata l’Italia a chiedere che, dopo oltre tre anni di effettiva inazione da parte delle autorità giudiziarie indiane, il caso fosse portato dinanzi all’organismo delle Nazioni Unite, di fatto togliendo al paese asiatico ogni giurisdizione su di un caso che si è andato complicando strada facendo, senza sfociare mai in un vero e proprio procedimenti giudiziario.

Il nostro ministro Delrio ha subito dichiarato che la sentenza non è quella che ci aspettavamo noi italiani, ma la stampa indiana fa presente che ci si trova di fronte ad una decisione contro l’India visto che questo è l’unico paese ad avere in corso un’iniziativa giudiziaria per processare i due fucilieri di marina italiani. La stampa indiana, in particolare l’Hundistantimes ricorda che l’unico rappresentante indiano tra i 21 giudici è stato tra i sei contrari alla decisione che è stata presa con 15 voti a favore. Per leggere articolo del giornale indiano CLICCA QUA’