Mansour: elezioni entro il 2013 Situazione sempre più esplosiva in Egitto. I Fratelli Mussulmani non cedono e intensificano la lotta. Le vittime salite a 54

Mansour: elezioni entro il 2013  Situazione sempre più esplosiva in Egitto.  I Fratelli Mussulmani non cedono e  intensificano la lotta. Le vittime salite a 54

Ancora in piazza in Egitto i Fratelli Mussulmani. I sostnitori del deposto Presidente Morsi non demordono e, anzi, intensificano la lotta, nonostante l’ultimatum dei militari per lo scioglimento degli assembramenti che affollano strade e piazze.Egitto, elezioni generali in circa 6 mesi. Il Presidente “ad interim” Adli Mansour ha intento promesso modifiche alla Costituzione e annuncia regolari elezioni entro fine 2013.

La tensione è altissima in tutto il paese e il termometro registra il costante aumento della temperatura.Molrti e feriti aumentano ad ogni ora e il bilancio degli scontri a Il Cairo parla di 54 morti, 77, invece, secondo fonti dei Fratelli Mussulmani. La guerra civile è così sempre più alle porte. Specie dopo l’invito del partito islamico alla sollevazione popolare con muove manifestazioni nelle piazze.

acca2Prima delle le elezioni sono necessari, in ogni caso, degli indispensabili “passaggi”. Potranno essere indette solo dopo l’approvazione referendaria diversi emendamenti alla Costituzione sospesa appunto con le destituzione del presidente islamico Mohamed Morsi. Il decreto di Mansour concede, infatti, quattro mesi e mezzo per la riforma della Costituzione ispirata alla Sharia fatta approvare nello scorso dicembre dalla maggioranza islamista e sospesa dopo il colpo di Stato militare dei giorni scorsi.

Le elezioni politiche dovranno essere quindi convocate entro 15 giorni dall’approvazione della nuova Costituzione con un referendum e, una volta insediato il nuovo Parlamento, nel giro di una settimana dovranno essere convocate anche le elezioni per un nuovo presidente dell’Egitto.

acca3Il mondo intero è preoccupato dall’evolversi della situazione nello stato nord africano. A Washington un portavoce del Dipartimento di Stato esprime “profonda preoccupazione” per le violenze che scuotono l’Egitto e fa appello all’autorità responsabile della transizione perché nel Paese si evitino rappresaglie, arresti e restrizioni alla libertà dei media. Dalla capitale degli Stati Uniti parte anche l’invito all’esercito egiziano di tenere la “massima moderazione” nei confronti dei manifestanti.

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon esprime il proprio “profondo turbamento” dalla notizia dell’uccisione di decine di persone ed ha condannato questi omicidi. Ban Ki-moon chiede che siano svolte indagini approfondite e indipendenti da parte di organismi competenti, in modo che “i responsabili siano portati davanti alla giustizia”. Dal Premier Enrico Letta disappunto, timori e inviti alla immediata pacificazione e un ragionevole dialogo tra le parti in lotta.

Enrico Massidda