Libia: confermata la morte di due italiani rapiti. Vivi gli altri due

Libia: confermata la morte di due italiani rapiti. Vivi gli altri due

La Farnesina conferma che Salvatore Failla e Fausto Piano,  due italiani rapiti in Libia, finiti come ostaggi in mano all’Isis, sono stati uccisi nel corso di un attacco condotto contro il convoglio degli uomini del Daesh dalle forze speciali libiche a Sabrata. Al nostro governo risulta, invece, che gli altri due connazionali sequestrati sarebbero ancora vivi, anche se si ignora se anch’essi siano finiti sotto il controllo delle milizia del Califfato islamico.

I due morti sono stati identificati grazie a delle fotografie. Salvatore Failla e Fausto Piano, con i due colleghi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, tutti dipendenti della ditta Bonatti, furono catturati  nel luglio 2015 mentre si trovavano nei pressi di un impianto petrolifero. CLICCA QUA

Non appena è giunta la notizia a Roma della morte dei due connazionali, è stato convocato con urgenza il Copasir, il comitato di controllo dei servizi di sicurezza, per ascoltare il sottosegretario Minnitti.

Failla e Piano si trovavano a bordo di mezzi dell’Isis durante quello che sembra un trasferimento e sarebbero stati usati come scudi umani nel corso del combattimento che sembra si sia concluso con l’uccisione di tutte le persone che erano a bordo dei mezzi del Califfato islamico nella città libica, che si trova ad occidente della capitale Tripoli.

La notizia della morte dei due italiani ha scatenato delle fortissime polemiche tra i partiti. Matteo Salvini ha attaccato sia Matteo Renzi, sia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accusandoli di avere le mani “sporche di sangue”. Il Segretario della Lega ha comunque legato le sue critiche agli interventi di Renzi e Mattarella a favore dell’accoglienza dei rifugiati.

Polemica anche la dichiarazione con cui Renato Brunetta di Forza Italia ha chiesto spiegazioni sulle decisioni prese dal nostro Paese in merito alla Libia e alla Siria e se è vero che nostre truppe sono già state inviate in territorio libico in vista di un possibile nostro intervento.