Letta annuncia l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. I problemi di Pd e Forza Italia. Ma anche delle forze minori

Letta annuncia l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. I problemi di Pd e Forza Italia. Ma anche delle forze minori

Il Consiglio dei ministri ha abolito il finanziamento pubblico dei partiti. La decisione era stata anticipata con un mattutino twitter da Enrico Letta:”Avevo promesso ad aprile abolizione finanziamento pubblico partiti entro l’anno. L’ho confermato mercoledì. Ora in Cdm manteniamo la promessa”.  Adesso i partiti possono solo contare sul finanziamento dei loro sostenitori e dei cittadini. Una delle possibili soluzioni é quella di destinare al proprio partito il 2 per mille al momento della dichiarazione dei redditi. Vedremo.

Anche questo tassello dell’abolizione del finanziamento pubblico potrà contribuire a mutare gli scenari politici sul cui sfondo si sta consumando il declino politico di Silvio Berlusconi e l’ascesa di Matteo Renzi.

La decisione del Consiglio dei Ministri si inserisce in una fase particolare che stanno vivendo tutte le organizzazioni politiche. In particolare, i partiti più grandi già sanno che si troveranno di fronte, da domani in, non pochi problemi di bilancio e di mantenimento del personale. A questo riguardo si sa che la Legge di stabilità dovrebbe prevedere anche l’estensione della cassa integrazione per i dipendenti dei partiti che fino ad oggi non potevano contare su alcun ammortizzatore sociale.

Le vicende interne a Pdl Forza Italia hanno aggravato la situazione dei bilanci del principale partito del Centro destra che, negli ultimi 20 anni, è andato sostanzialmente avanti grazie ai versamenti di Silvio Berlusconi.  Tutti ricordano il messaggio minaccioso, che però non ha sortito alcun effetto, da lui inviato  al gruppo di Alfano sul fatto che fosse pronto a ritirare le fideiussioni concesse alle banche. Quelle sue fideiussioni che hanno assicurato fino ad oggi i fondi necessari per fare andare avanti la macchina organizzativa del Pdl.

I problemi non mancano neanche nel Pd, dove però, a differenza di quanto fanno, anzi non fanno, i parlamentari seguaci di Berlusconi, il partito del Centro sinistra può contare sulle entrate assicurate mensilmente da una parte degli stipendi che i parlamentari trasferiscono a livello nazionale e locale per un totale di circa 3.000 euro mensili. Inoltre, il Pd può incassare le entrate assicurate dai versamenti delle frequenti primarie che, ad ogni livello, si svolgono per la scelta dei propri candidati. Questi fondi, però, non risolvono certamente il problema della copertura delle spese  richieste dalla presenza di centinaia di dipendenti, oggi in procinto di ricevere la lettera di licenziamento.

Una volta ufficialmente eletto dall’Assemblea nazionale, il problema delle condizioni delle casse del Pd costituirà certamente una delle prime spinose questioni che Matteo Renzi dovrà affrontare con urgenza.

Matteo-Renzi

La fine del finanziamento pubblico dei partiti, comunque, e probabilmente prima o poi dovremo riparlarne, apre tutta la problematica dei partiti minori i quali non possono certamente contare sui grandi numeri degli iscritti delle due principali organizzazioni, né sugli sponsor che questi sono in grado di trovare in virtù del loro peso in Parlamento e nelle istituzioni.

Si ripropone, pertanto, un problema di fondo che hanno sempre incontrato tutti i sistemi democratici del mondo che, in qualche modo, prevedono forme di contributi per garantire a  tutti la possibilità di svolgere un’adeguata attività politica. Non solamente a quanti, dotati di mezzi e di risorse, possono anche rinunciare al finanziamento pubblico.

Giancarlo Infante