Legge di Stabilità e Governo: attesa per le decisioni di Berlusconi che ha riunito i ministri del Pdl

Legge di Stabilità e Governo: attesa per le decisioni di Berlusconi che ha riunito i ministri del Pdl

Le reazioni immediate delle forze sociali ai provvedimenti fissati dal Governo di Enrico Letta con la Legge di Stabilità appena approvata dal Consiglio dei Ministri non sono state per niente positive. Ma sembra che il l’esecutivo deve fare soprattutto i conti con la turbolenza in atto nel Pdl, dove in molti criticano quelli che sono indicati come limiti e mancanze del provvedimento varato da Palazzo Chigi.

L’attenzione, così, è tutta indirizzata verso il vertice convocato da Silvio Berlusconi con i ministri del Centro destra cui partecipa anche Gianni Letta. Nel tentativo di svelenire il clima a livello soprattutto parlamentare, dove il provvedimento deve inevitabilmente passare al vaglio delle due camere, il Ministro D’Alia fa intravedere la possibilità che a”saldi invariabili”si possano introdurre modifiche anche sostanziali, “Offriamo al Parlamento, dice il ministro, un rapporto di collaborazione. La manovra può e deve essere migliorata, anche per quanto riguarda il settore del lavoro pubblico”.

D’Alia precisa però, in risposta alle critiche avanzate dai sindacati, che “per finanziare un rinnovo economico del contratto ad esempio ci vorrebbero oltre 7 miliardi di euro nel triennio, è evidente che, rispetto alle esigenze che il Paese ha, abbiamo dovuto fare una scala di priorità”.

Le confederazioni sindacali, infatti, minacciano di scendere sul piede di guerra ed organizzare lo sciopero generale, mentre il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi giudica il provvedimento non ancora sufficiente «per farci ritrovare la crescita» anche se a suo avviso va nella direzione giusta.
squinzi
Squinzi si aspettava un provvedimento che incidesse molto più profondamente sul costo del lavoro : “Noi , ha detto, avevamo indicato come priorità assoluta il cuneo fiscale. Cosa fare? Non sono il primo ministro di questo Paese ma vorrei dire che ci vuole più coraggio».

Per i sindacati, il primo a sparare contro è stato Luigi Angeletti. Il segretario generale della Uil ha detto che la sua organizzazione è decisa ad organizzare proteste forti guardando soprattutto alle decisioni prese in materia di blocco dei contratti, del cosiddetto “turn over”, del taglio degli straordinari e dei provvedimenti sulla liquidazione:

«Il governo aveva detto basta ai tagli lineari, annunciando: d’ora in poi solo operazioni chirurgiche sulla Pubblica Amministrazione per decidere dove investire e dove tagliare. Cosa c’è invece di più lineare di bloccare la contrattazione? Colpisce tutti i lavoratori dipendenti».
letta sindacati
La Cgil, con Susanna Camusso, segue da presso: «Non c’è alcuna discontinuità rispetto alle politiche precedenti le cifre che si sono potute vedere a sostegno dei redditi di lavoratori e pensionati non sono sufficienti e si aggredisce il lavoro pubblico anche sulle politiche sociali».

Alessandro Di Severo