L’Aventino per ora semplifica la vita a Renzi, Italicum approvato in commissione a tempi di record

L’Aventino per ora semplifica la vita a Renzi, Italicum approvato in commissione a tempi di record

Renzi potrebbe persino ringraziare gli “aventiniani”. Assenti loro, messi da parte i disidenti interni, la Commissione Affari Costituzionale ha approvato con “una botta e via” il tanto famigerato Italicum. Adesso è già pronta, questa legge elettorale che, prima, la volevano in molti e, ora, pare che stia bene solo a Matteo Renzi, a spiccare il volo verso l’Assemblea di Montecitorio dove planerà lunedì prossimo, 27 Aprile, il giorno che la Chiesa cattolica ricorda Santa Zita.

Santa lucchese ai tempi di Francesco. Così generosa che prendeva il pane della casa dove spicciava le cose di casa. Lo metteva in grembo e lo portava ai poveri. Incontrata dal datore di lavoro sospettoso fu costretta a mostrare il malloppo, ma ne uscirono fiori profumati.

Un buono auspicio per Matteo Renzi che ha tanto bisogno di allontanarsi dalla “palude”putrescente dei vecchi nomi, dei vecchi riti, della vecchia politica.

Lo si è detto: questa esigenza di aria fresca lo fa camminare come un treno nonostante l’opposizione interna al Pd e i partiti avversari si mettono sull’Aventino. Lui non si fa distrarre, anche se i numeri  potrebbero consigliare prudenza.

Adesso, é come il funambolo senza rete, Il pubblico guarda. Trattiene il respiro. I generosi, quelli come la buona Santa Zita, non aspettano che il momento di applaudire. Gli altri, non lo dicono, ma sperano in cuor loro che cada.

Complici gli aventiniani, Renzi è arrivato rapidamente in cima al palo. Si deve cimentare sulla fune sospesa a mezz’aria. Sotto ci sono loro, quelli dell’Aventino. Sembrano persino mischiati tra di loro. Chi è venuto da destra, chi da sinistra. Anche qualcuno dal centro.

L’umore a Montecitorio è ondivago. Un giorno sembra che non ce la farà. Magari lo impallinano alle spalle al momento del voto segreto sull’intero impianto della legge.

Il giorno dopo si fanno notare le debolezze intrinseche, non solo tra gli avversari esterni, ma soprattutto tra i cosiddetti dissidenti interni. Quei 120 che hanno preferito non donare a Renzi il loro voto all’Assemblea del Gruppo parlamentare di Montecitorio.

C’è, però, chi è segnalato già  appagato dopo uno sforzo così intenso. Altri sono dilaniati dall’idea di far cadere quello che, nonostante tutto, è pur sempre il loro governo.

Fregati Marini e Prodi, lasciato andare via senza una lacrima Enrico Letta, assistito al disarcionamento di Pierluigi Bersani senza colpo ferire, in fondo, anche il “donabbondismo” può stancare.

Questo può spiegare perché Matteo Renzi sia tanto sicuro del fatto suo e gli uomini più vicini  continuano ad ostentare  fiducia. Sulla carta hanno i numeri anche per il voto finale sulla legge in Assemblea.

Può questo può spiegare perché sia stata rinviata la riunione dei dissidenti prevista per stasera? Rinviata alla prossima settimana. In fondo, dirà qualcuno, non c’è fretta.

A questo punto, rientrato l’intero Aventino in Aula, resterà solo il rischioso passaggio del voto segreto finale sulla legge che sembra preoccupare non poco la Ministra Boschi, madrina del provvedimento.

G.I.