La storica libreria Treves affonda e il Comune di Napoli fa il “sordo”

La storica libreria Treves affonda  e il Comune di Napoli fa il “sordo”

Un porticato di promesse non mantenute. La libreria Treves di Napoli, unica rimasta in tutta Italia, si dibatte fra difficoltà economiche e indifferenza delle istituzioni. Dopo l’abbandono dei locali storici di via Toledo per via del fitto troppo elevato, il Comune concesse gratuitamente gli spazi di piazza Plebiscito, zona centralissima della città eppure sottoposta a un degrado ormai insostenibile. «E adesso pretendono da noi oltre 160mila euro di arretrati – dice Rino De Martino, proprietario della libreria – ma non siamo noi ad essere morosi».

Signor De Martino, ci spiega come si è giunti a questa situazione?

Nel 2006 fummo costretti a lasciare gli stabili di via Toledo per trasferirci qui, sotto un porticato dove non passa mai nessuno. La situazione oggi è un po’ migliorata, ma qui sotto accade di tutto e di più: c’è perfino chi utilizza le colonne dell’emiciclo come orinatoio. E così piano piano abbiamo cominciato a perdere clientela.

treves4 de martinoIl Comune, però, promise che avrebbe pensato a un progetto di rilancio della piazza.

Come no. Prima Iervolino e poi de Magistris parlarono di “movida notturna” a piazza Plebiscito, per ripopolare uno spiazzale ormai abbandonato a sé stesso. Noi dovevamo essere i primi, il trampolino di lancio di questo progetto di rilancio. Ad oggi, dopo sette anni, siamo rimasti da soli. E ora pretendono pure i soldi arretrati, senza che mi fu mai stipulato un contratto.

Ecco, parliamo di questo aspetto. Perché il Comune dice che siete morosi?

Questa è una falsità. Nel 2006 la giunta Iervolino ci concesse questi locali gratuitamente, fino a che non fosse giunta la bonifica del porticato. Io ho sempre chiesto se c’era qualcosa da pagare o un contratto da stipulare. Mi è sempre stato detto: «Non ti preoccupare». Nel novembre 2012 la Romeo Gestioni, società privata che controlla buona parte del patrimonio immobiliare del Comune, mi convoca presso la sua sede. Io penso che vogliano finalmente regolarizzare la mia posizione, stipulare un contratto di fitto. Invece pretendono solo 162mila euro di arretrati, dicendo che mi avevano notificato più volte l’esigenza di formalizzare questo benedetto accordo. Peccato che questo non sia affatto vero, io non ho mai ricevuto alcuna notifica. Fatto sta che, se non si trovano questi soldi, entro aprile ci butteranno fuori da questi locali.

Il Comune come si sta comportando?

Sono deluso e sconfortato. Un pezzo di storia dell’Italia intera, l’ultima libreria Treves rimasta dopo che i fratelli Treves di Milano cedettero il marchio alla Garzanti negli anni ’30, rischia di chiudere e nessuno dice nulla. Io credo sia difficile portare avanti questa situazione. Se mi avessero notificato tutto per tempo io avrei pagato tutto, nonostante mi abbiano praticamente deportato in un posto dove non passa mai nessuno. Basti pensare che a via Toledo, noto luogo di passaggio, eravamo in undici a lavorare. Oggi rimango solo io, perché non si fanno affari, non si vende. Qualcuno al Comune non ha fatto il proprio dovere e a farne le spese sarà la Treves.

Redazione “Leggere:Tutti”