La Siria cede alle forti pressioni della Russia e si decide: metterà il suo arsenale di armi chimiche sotto il controllo internazionale

La Siria cede alle forti pressioni della Russia e si decide: metterà il suo arsenale di armi chimiche sotto il controllo internazionale

Lo ha comunicato a Mosca il Ministro degli esteri russo Sergei Lavrov dopo l’incontro con il suo collega siriano Walid Moualem.
Il 9 Settembre, insomma, sembrerebbe essere un giorno cruciale per raffreddare la crisi siriana in procinto di raggiungere il punto di non ritorno. A Mosca i russi hanno convocato il ministro degli esteri di Damasco. A Londra Kerry ha detto chiaramente che l’eventuale consegna da parte dei siriani del loro armamento chimico avrebbe potuto portare all’annullamento del progetto di bombardare la Siria. Bashar al- Assad aveva dal Segretario di Stato americano solamente un settimana di tempo perché tutto potesse fermarsi ed impedire il peggio.

E’ probabile che dietro le violenti polemiche dei giorni scorsi e la gara all’invio di mezzi militari nel Mediterraneo, tra Mosca e Washington, e probabilmente anche con l’Iran, si é andata sviluppando un’intensa attività diplomatica per giungere ad una soluzione accettabile da tutte le parti senza che nessuno perdesse la faccia.

La soluzione su cui si vociferava nei giorni scorsi avrebbe potuto essere quella individuata da Mosca e Teheran in virtù della quale si prevedeva, appunto, che al-Assad consegnasse il suo arsenale chimico mettendolo sotto il controllo internazionale o che fosse addirittura distrutto. Questa sembra essere proprio la strada imboccata e che dovrebbe favorire, con l’abbassamento della fase di febbre più acuta, anche l’avvio di quei negoziati di pace cui da tempo lavoravano sia Washington, sia Mosca. Poi, la terribile strage del 21 Agosto provocata dall’uso dei gas scorso ha bloccato tutto e fatto precipitare la crisi.

Sembra che Mosca sia intervenuta pesantemente su Damasco informando il Ministro degli Esteri siriano, Walid Moallem, convocato a Mosca la stessa mattina del 9 Settembre, sul fatto che stava scomparendo l’ultima possibilità di evitare l’intervento americano. Il ministro siriano ha avuto a disposizione solo un’ora di tempo per consultarsi con al-Assad. Dopo di che Damasco ha ceduto.

Ancora però non sono tutti chiari i punti dell’accordo su cui deve esserci stato il preventivo accoglimento da parte dell’amministrazione Obama.

Bashar al- Assad

Bashar al- Assad


Nel corso dell’intervista rilasciata da Bashar al-Assad alla emittente Csn,il Presidente siriano aveva detto due cose che devono essere state pesate con molta attenzione sia a Mosca, sia a Washington. La prima: al-Assad ha detto che per trovare una soluzione alla crisi non era necessario attendere solamente l’eventuale intervento statunitense. La seconda: se fossimo attaccati, ha detto il leader di Damasco, gli alleati della Siria interverranno per ritorsione. Ovviamente la ritorsione sarebbe stata diretta contro Israele ed, eventualmente, i paesi arabi a lui ostili. Per prime Arabia Saudita e Giordania.

E’ molto probabile che che Putin abbia preso al volo la prima positiva frase di al-Assad per impedirgli di mettere in atto la velata minaccia che era contenuta nella seconda. Soprattutto far capire ad Obama ed al resto del mondo che la Russia continua a sostenere la Siria ma vuole decidere lei come e fino a quando.

Giancarlo Infante