La Siria autorizza le ispezioni Onu su uso gas tossici La notizia anticipata dall’Iran ad Emma Bonino Attesa per vertice del 26 Agosto ad Amman La preghiera del Papa e di Piazza San Pietro

La Siria autorizza le ispezioni Onu su uso gas tossici  La notizia anticipata dall’Iran ad Emma Bonino  Attesa per vertice del 26 Agosto ad Amman  La preghiera del Papa e di Piazza San Pietro

Il Governo di Damasco autorizza gli esperti inviati dall’Onu ad indagare sull’uso di armi chimiche nella provincia di Damasco. Questo comunicato del ministero degli Esteri siriano potrebbe momentaneamente ridurre la tensione montata dopo la conferma dell’uso di armi letali di massa avvenuta la scorsa settimana nel corso di scontri tra le forze ufficiali di Damasco ed i ribelli impegnati da due anni in una durissima guerra civile.

La notizia sulla decisione delle autorità di Damasco era stata anticipata dal ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif con una conversazione telefonica alla collega italiana, Emma Bonino, assicurandola di aver ricevuto conferma da parte delle autorità siriane dell’intenzione di rilasciare i permessi per consentire ai funzionari dell’Onu una sollecita partenza verso le zone dove sono avvenuti i bombardamenti contestati.

E’ sintomatico che la notizia sia stata anticipata alla responsabile della Farnesina che, negli ultimi giorni, ha continuato a tenere una linea molto prudente ed aperta al dialogo, come del resto ha fatto anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel decisamente contraria ad ogni ipotesi d’intervento occidentale come paventato, invece, dal britannico David Cameron e dal francese Francois Hollande, che si vedono già a combattere in Siria.
morti damasco
La crisi siriana, infatti, si sta sempre più internazionalizzando. Su di essa intervengono con maggiore frequenza statunitensi, europei, sempre ovviamente divisi sul da farsi, russi, iraniani, turchi. Persino Papa Francesco ha rivolto trepidante un appello alla ragionevolezza affinché la comunità mondiale prenda finalmente consapevolezza dei drammi che si consumano nel vicino paese medio orientale.

I fronti sono decisamente contrapposti mentre, in realtà, non sono ancora stati accertati i fatti che hanno portato all’escalation delle ultime ore. Cioè non si sa ancora chi abbia utilizzato gas letali nel corso di uno scontro che ha visto contrapposti gruppi dei rivoltosi ai militari siriani, nei sobborghi di Damasco.

Si è trattata di una strage, confermata un po’ da tutti. Solo che ognuno attribuisce agli altri la responsabilità. Anche l’Iran per la prima volta ha riconosciuto, così come ha fatto anche la Russia, il fatto. Solo che loro, i due principali alleati del regime di Bashar al-Assad, sposano in pieno la tesi delle autorità ufficiali di Damasco e puntano il dito contro gli insorti: sono stati loro ad usare i gas a metà della scorsa settimana. Anzi, dicono i siriani, una volta sloggiati dalle loro posizioni abbiamo trovato le prove che i gruppi ribelli sono dotati di armi chimiche vietate dai trattati internazionali.

Così, tutti premevano perché si svolgessero i controlli affidati agli ispettori dell’Onu. Statunitensi e britannici rimproveravano ad al- Assad di tenere bloccato il gruppo Onu in albergo a Damasco. Russia ed Iran sostenevano che erano, invece, i ribelli a non fornire la garanzia che l’ispezione potesse avvenire senza rischi per l’incolumità dei funzionari Onu, visto che i luoghi da visitare sono ancora zona di conflitto tra le parti.
feriti ospedale
Adesso, con la decisione di Damasco, una parte degli ostacoli sono rimossi per un controllo che, si spera, possa definire esattamente responsabilità certe, senza ripetere gli svarioni e le forzature che portarono alla guerra in Iraq basata sulle fanfaronate di Saddam Hussein, da un parte, e su prove false, montate ad arte, dall’altra. Di mezzo c’è la possibilità che il conflitto finisca per andare oltre il già drammatico bilancio dello scontro siriano: almeno centomila morti ed oltre un milione di profughi in due anni.

Ecco perché Papa Francesco, parlando della Siria a Piazza San Pietro, ha chiesto ed ottenuto che tutti i cristiani pregassero, con l’Ave Maria, la Madonna affinché quello che lui ha definito “uno scontro tra fratelli” possa essere risolto fermando ”il rumore delle armi”.

Mentre alcuni paesi occidentali continuano a dire di essere pronti all’intervento militare, si guarda ora alla conferenza internazionale organizzata ad Amman, in Giordania, per il prossimo 26 Agosto, cui parteciperanno vari paesi, incluso l’Italia.

Speriamo che sia utile per la definizione di una via d’uscita dalla crisi il cui sbocco, altrimenti, sembrerebbe portare ad un conflitto destinato, come avvertono e minacciano gli iraniani, a finire ben al di là delle intenzioni oggi dichiarate…

John Balcony