La Sentenza della Corte Costituzionale sul sistema elettorale- di Ugo Grippo

La Sentenza della Corte Costituzionale  sul sistema elettorale- di Ugo Grippo

Dopo un lungo approfondimento finalmente la Corte Costituzionale si è espressa sulla legge elettorale del governo Renzi , la cosiddetta “Italicum”, bocciando il previsto ballottaggio e la possibilità dei capitalista bloccati una volta eletti in più collegi di scegliersi quello che desiderava determinando così  il subentrante in Parlamento.

La Consulta invece ha indicato come metodo di transazione il sorteggio.

Il premio di maggioranza, purtroppo, al primo turno resta valido per  il partito come previsto che supera il 40%.

Il presidente Mattarella sollecita comunque che ci sia una  armonizzazione tra il sistema di elezione per la Camera con quello per il Senato.

Ed ha perfettamente ragione.

Pur nella delusione del ritardo sul pronunciamento e su alcuni aspetti della sentenza riteniamo che le pressioni di alcune forze politiche a far presto per varare una nuova legge elettorale conforme alle decisioni della Corte riteniamo che gli italiani non stiano fremendo per raggiungere l’obiettivo del rinnovo del Parlamento.

Se mai si attendono una classe politica parlamentare non impegnata su problemi di scarso rilievo per il futuro, se non in diaspore scandalistiche salvo poi ad invertire la marcia quando vengono investiti direttamente.

Dobbiamo pur dirlo la dimensione della attuale classe politica salvo le dovute eccezioni e modesta se non incapace ad affrontare senza alcuna demagogia i reali problemi che il Paese deve risolvere per non essere declassato.

È mai possibile che la politica, il Parlamento non affrontino concretamente un dibattito sulla globalizzazione dei mercati senza soffermarsi su atteggiamenti demagogici come ad esempio a quello del ritorno alla Lira?

Il ritorno alla Lira comporterebbe una perdita di valore secondo qualificati esperti dal 20 al 40% gravando sulle famiglie ,specie per acquisti di largo consumo con la conseguenza che l’eurozona rivendicherebbe  sull’import dall’Italia pari dazi.

Senza parlare di ulteriori conseguenze come il crollo del potere d’acquisto, l’aumento quasi vertiginoso dei prezzi, il costo delle materie prime che in Italia scarseggiano ed il costo dei mutui che subirebbero enormi incrementi.

Tutto ciò comporterebbe incremento della disoccupazione , incremento delle tasse ed in conseguentemente  impoverimento della popolazione.

La crisi economica e finanziaria che ha investito il mondo intero semmai, deve responsabilizzarsi su obiettivi sociali e perché no morali e culturali.

Vanno invece affrontate con serietà le cause e sulle opportune soluzioni per superarle.

Sono stati negli ultimi anni compiuti errori di ordine finanziario lasciando campo libero alle speculazioni, all’utilitarismo e al materialismo esasperato contro ogni principio etico.

Le banche hanno poi fatto il resto con l’estensione a volte indiscriminata del credito determinando inflazione e  rischiando il fallimento.

I problemi da affrontare non sono certo solo di natura tecnica ma anche di natura etica.

Del resto le stesse dichiarazioni dei capi di stato del G20 rivendicano “una nuova era dell’economia globale per far fronte alle esigenze del XXI secolo” e quindi ricercare politiche comuni per assicurare il superamento degli squilibri esistenti.

Occorrono riforme adeguate percorrendo nuove strade.

E quando parliamo di riforme non parliamo di riforme occasionali per sostenere nella Comunità Europea che l’Italia affronta questo tema se poi queste riforme sono a volte improvvisate di facciata ed aggravano la spesa per la politica.

Riteniamo come premessa che ogni riforma deve tener presente diritti dei cittadini a cominciare dalla reintroduzione delle preferenze ad ogni livello per ridare in uno Stato democratico dignità e rappresentanza.

Quindi anche se dovesse allontanarsi la data della scadenza elettorale è  opportuno  che la nuova legge sia accompagnata da altre come quella della riforma dei partiti anche modificandone la natura giuridica,fondamentale per assicurare al Paese una nuova classe politica consapevole dei  problemi di grande portata che dobbiamo risolvere ed elevando così anche il livello del dibattito.

Ugo Grippo