La “rivoluzione” della Pizza Napoletana nel Regno Unito che cambia gusti ed abitudini

La “rivoluzione” della Pizza Napoletana  nel Regno Unito che cambia gusti ed abitudini

In Gran Bretagna è esploso un vero e proprio amore: quello per la Pizza napoletana. Secondo Kate Salter, sulla prima pagina del “The Guardian”, siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione.

La pizza napoletana sta facendo letteralmente scomparire i vecchi “hot dog” con cui sono state tirate su intere generazioni di giovani e meno giovani britannici. Insomma, la pizza sta determinando un completo cambiamento di gusti e di abitudini.

Non è che la pizza sia stata finora una sconosciuta nel Regno Unito. Anzi. Da decenni sono nate e continuano a nascere vere e proprie catene di pizzerie diffuse in tutto il Paese. Anche se non sempre in grado di offrire l’autentica pizza all’italiana.

Tra le migliori deve essere ricordata “Pizza Express” la quale deve un po’ del proprio successo anche a Enzo Apicella che, per la grande compagnia inglese, ha disegnato un po’ tutti i locali aperti creando dentro di essi una vera e propria atmosfera italiana e mediterranea.
enzo apicella
Lui stesso, per lungo tempo, dopo aver gestito locali di fama internazionale, ha creato una pizzeria, “Pizzeria Condotti, che ha avuto un grande successo negli anni ’90 a Mayfair.

Quindi, la pizza non può certo essere considerata una novità per i britannici, ma quello che Kate Salter sottolinea è lo sforzo in atto per preparare e servire la vera ed originale Pizza napoletana. Uno sforzo che sembra ottenere un grandissimo successo da parte dei consumatori.

La Salter ricorda che alla base del successo in atto c’é l’osservazna delle regole fissate dall’Associazione Verace Pizza Napoletana: “farina 00, pomodori pelati italiani (preferibilmente San Marzano), basilico fresco e fermo fior di latte (mozzarella di latte vaccino) nel caso di un classica margherita. L’impasto viene lasciato lievitare lentamente, poi cotto per 60 a 90 secondi in un forno a legna straordinariamente caldo. Le basi devono essere sottili e più morbido nel mezzo del cerchio, con un gonfie cornicione (crosta)”.

Per ottenere e garantire sempre un’altissima qualità, così, non si punta più su catene fatte da centinaia di locali sparsi un po’ dappertutto e che, quindi, devono essere riforniti con prodotti poco freschi e surgelati. Adesso, dice la Salter, le catene sono costituite da pochi, ma raffinati locali in cui si punta tutto su freschezza ed originalità dei prodotti utilizzati per sfornare le pizze. Qualcuno dei pizzaioli, poi, è arrivato addirittura ad importare dall’Italia il forno a legna per essere sicuro di ottenere la vera Napoletana.

John Balcony