La “Risonanza magnetica” può far evitare inutili interventi per il cancro alla prostata

La “Risonanza magnetica” può far evitare  inutili interventi per il cancro alla prostata

Gli esperti britannici dicono che migliaia di pazienti vengono sottoposti a pratiche mediche e messi a rischio anche se non necessario, perché la maggior parte degli ospedali britannici utilizza tecniche obsolete e imprecise. Il riferimento è soprattutto ai sospetti casi di cancro alla prostata, il tumore più comune negli uomini, che colpisce 40.000 persone l’anno e causa 10.000 morti nel solo Uk. Uno ogni otto uomini sviluppa la malattia nel corso della sua vita.

Uno studio della London School di igiene e medicina tropicale e dell’University College di Londra suggerisce che circa la metà dei casi in cui ai pazienti vengono diagnosticati livelli significativi di cancro alla prostata potrebbe trovare, poi, una smentita con le successive pratiche di biopsia.

Ad altre migliaia di uomini può essere erroneamente diagnosticato un cancro, che richiede un trattamento importante, di natura chirurgica o con la radioterapia. In molti ospedali britannici, uomini con carcinoma prostatico sospetto, subiscono automaticamente una biopsia per rimuovere ed esaminare il tessuto nel tentativo di stabilire se la malattia è presente.

Tuttavia, la ricerca ha suggerito che la diagnosi è molto più accurata se i pazienti subiscono una prima scansione MRI- risonanza magnetica- per esaminare la zona, con i risultati mappati tramite ultrasuoni, in modo che l’ago sia guidato e i tessuti prelevati più precisamente dove si sospetta la presenza di un tumore.
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Nel nuovo studio, gli esperti di economia sanitaria hanno calcolato che l’uso delle più moderne tecniche potrebbero significare che un quarto degli uomini con sospetto cancro alla prostata potrebbe essere subito rassicurato, senza nemmeno subire la procedura diagnostica invasiva.

In circa 500 casi in cui la malattia era presente, solo il 50 per cento é stato rilevato durante la tradizionale biopsia, rispetto a tassi del 68 per cento raggiunti con la tecnica della risonanza magnetica.

Uno su 20 di quelli sottoposti alla tradizionale biopsia hanno scoperto che la malattia era stata loro erroneamente diagnosticata dopo aver subito trattamenti aggressivi non necessari, come la chirurgia, la radioterapia o terapia ormonale, i quali hanno effetti collaterali spiacevoli tra cui l’incontinenza e l’impotenza.

La stragrande maggioranza dei casi di cancro alla prostata si verificano in uomini di età superiore ai 65 anni. I sintomi possono includere la necessità di urinare frequentemente o la difficoltà ad urinare, ma questo è comune anche negli uomini più anziani anche senza essere ammalati. Attualmente, più di 100.000 biopsie l’anno vengono effettuate su uomini con carcinoma prostatico sospetto e solo a 40.000 di loro è diagnosticata la malattia.

Se il cancro si trova nella sua fase iniziale, i medici sono in grado di monitorare i suoi progressi, e solo 4.000 uomini l’anno devono sottoporsi ad intervento chirurgico, mentre 15.000 ricevono trattamenti di radioterapia o terapia ormonale.

Stefania Giannella