La politica va in vacanza I problemi no! E torneranno Direzione Pd: continuiamo a farci dal male

La politica va in vacanza  I problemi no! E torneranno  Direzione Pd: continuiamo a farci dal male

Il Ministro all’Economia, Fabrizio Saccomani, si è arrovellato ad individuare ben nove possibili soluzioni, vogliamo chiamarle così?, della questione Imu. Questa esercitazione servirà a qualcosa? L’Imu rischia, come e addirittura di più della vicenda Berlusconi, di far deragliare il tentativo del Governo di Enrico Letta.

Costituisce, infatti, uno dei più delicati di quei tanti snodi attorno cui si giocano le sorti di questa inaspettata coalizione di governo, costretta a vedersela tutti i giorni con insidie di ogni genere.

Come tutti i vasi di coccio, però, il Governo Letta potrebbe pure farcela se quelli di ferro che lo circondano finissero per annullarsi a vicenda e lei, la “pentola fessa”, riuscisse a sgusciare senza farsi travolgere su questo o quel punto, intorno a cui finiscono per scaricarsi tutte le turbolenze del sistema politico e sociale italiano.

C’è da considerare che l’articolata riflessione del Ministro Saccomanni non tiene conto di una cosa semplice, semplice. Qualcuno, di sicuro dirà: a conferma che ognuno deve fare il proprio mestiere e del fatto che non sempre, ad ogni discesa in campo degli uomini della Banca d’Italia, o dei “professori”, o dei “tecnici” questi abbiano dato l’impressione di essere dei grandi strateghi nelle sottili arti della politica.
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La cosa semplice, semplice è costituita dal fatto che il Pdl non molla e non può mollare: l’Imu deve essere cancellata. Almeno quella sulla prima casa! E tutti gli italiani, a torto o a ragione, sono con loro!

Agli Alfano, agli Schifani ed ai Brunetta già toccherà accettare il fatto che Berlusconi dovrà finire ai domiciliari a metà ottobre e si giocherà, pertanto, la cosiddetta “agibilità politica”.

Se decideranno di lasciare andare avanti l’esperimento Letta dovranno pur prendersi una rivincita su altro, o no? E’ pertanto certo che, almeno sull’Imu, dovranno averla vinta se l’esecutivo Letta vorrà sopravvivere.
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Del resto, il Pdl, in particolare il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, continua a ripetere che la cancellazione dell’Imu sta tra i patti sottoscritti e, finora, nessuno lo ha smentito.

L’altra ipotesi da prendere in considerazione, invece, è che le nove, articolate ipotesi presentate del Ministro Saccomanni costituiscano un astuto modo per tirarsi fuori, al momento della decisione finale sull nodo Imu, da uno scontro diretto con il partito di Berlusconi. Le richieste di dimissioni a Saccomanni vengono avanzate dai berlusconiani quasi ogni giorno.

Quella dell’Imu é questione da affrontare domani mattina. Nel senso che toccherà decidere quasi immediatamente, subito dopo il ritorno dalle vacanze. Quando l’Imu tornerà in cima all’agenda politica in coincidenza con la conclusione della scottante storia della decadenza di Berlusconi dal seggio del Senato, l’arresto ed il trasferimento ai domiciliari.

Allora, il Ministro va in vacanza con la prospettazione delle nove ipotesi. Lui ha ribadito la sua tesi di sempre: l’Imu sulla prima casa non si può abolire. Poi, facciano gli altri. Le nove diverse possibili soluzioni, insomma, costituiscono anche una via di “fuga”. Potrebbero consentire, al momento opportuno, di non far perdere la faccia a nessuno.
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Letta, continua a non esporsi sul tema. Non si é mai allineato con sentimento alle posizioni di coloro che vogliono mantenere l’Imu ad oltranza. Ha potuto finora rinviare.

Ha potuto rinviare anche di impegnarsi ufficialmente nei confronti dei diversi “vasi di ferro” con cui si trova a che fare all’interno del suo stesso partito.

La Direzione del Pd ha confermato che ci troviamo di fronte ad un partito molto abile nel farsi male da solo. Vittima com’è del forte spirito di protagonismo e di contrapposizione diffusa che sembra non risparmiare proprio nessuno dei suoi dirigenti o aspiranti tali.

La Direzione, a fronte dei tanti i problemi che il mondo oggi propone, si é impegnata nello stabilire la data dell’Assemblea Nazionale. In quella occasione saranno saranno stabilite le regole in vista del Congresso. Se non ricordiamo male, si tratta degli stessi argomenti dell’ultima riunione di qualche giorno addietro.

Su questi due impegnativi temi si é capito, per certo, che l’Assemblea é convocata per il 20 ed il 21 di Settembre. Resta vaga la data del Congresso. Ognuno, al termine dei lavori, fornisce la propria versione. I “renziani” sono convinti che si é deciso per il 24 Novembre. Gli altri dicono di no. Non si é ancora deciso!
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Non é proprio un bello spettacolo per un partito che ha la maggioranza relativa del Parlamento dalla sua e che si attende dagli italiani un pizzico di maggioranza in più per poter governare da solo. Gli italiani, innamorati del “voto di scambio”, però, si aspetterebbero, forse, un diverso modo di fare prima di concedere la propria completa fiducia.

E’ comprensibile, allora, perché Enrico Letta si afferri al timone della nave che gli é stata affidata per tenerlo indirizzato nell’unico modo che gli appare ragionevole. In questa situazione, con grande realismo, si deve lavorare con le “grandi intese”. Non c’é alternativa. Anche se si andasse alle elezioni, questo in sintesi il suo pensiero, saremmo di nuovo punto e a capo.
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Il Parlamento chiude. A Palazzo Chigi si alterneranno Letta ed Alfano e, così, nei limiti del possibile godiamoci un mesetto di quiete prima della tempesta.

Giancarlo Infante