La discesa dell’Euro fa benissimo alla nostra economia, ma fino a che punto?

La discesa dell’Euro fa benissimo alla nostra economia, ma fino a che punto?

I latini dicevano: omen nomen.  Nel nome di ognuno è celato il suo destino.  A Mario Draghi è stato assegnato nel cognome. Differenza trascurabile visto che il Cerutti  Gino di gaberiana memoria lo aveva nel soprannome.

Sì, Mario Draghi finora ha dimostrato di essere un vero “drago” riuscendo dove altri hanno miseramente fallito. Dapprima con la perentorietà degli annunci, poi con la concretezza delle decisioni.

Di cosa stiamo parlando? Degli interventi monetari adottati per stimolare una asfittica economia, impantanata da tempo in una deflazione strisciante che ha intaccato la fiducia dei consumatori europei.

La prima e più importante conseguenza di questa politica è sotto gli occhi di tutti: il progressivo ed inesorabile deprezzamento dell’euro.

I vantaggi di un tale stato di fatto per una economia come quella europea fortemente orientata alle esportazioni si riflettono ovviamente nella maggiore convenienza dei nostri prodotti, tant’è che le azioni delle società prevalentemente rivolte ai mercati esteri hanno registrato forti aumenti nelle quotazioni borsistiche.

Tutti si chiedono: dove si fermerà questa discesa dell’euro?

Tutti si sperticano nelle più disparate previsioni, qualcuno alla fine c’azzecca!, come nel 2007/2008 quando le maggiori case di investimento pronosticavano obiettivi a 200 dollari per il petrolio, miseramente terminato dopo qualche anno a sfiorare quota trenta!

Torniamo alla domanda: a quale livello si fermerà la discesa dell’euro?

Avete mai visto un coccodrillo capace di stare per lunghi minuti, addirittura ore, completamente immobile in attesa di sferrare l’attacco mortale alla sua preda?

Ecco, la svalutazione dell’euro si arresterà quando si sarà tirato troppo la corda, succede sempre così, e dall’altra parte dell’oceano si sentiranno i primi scricchiolii sull’andamento dell’economia e l’establishment americano, il coccodrillo, inizierà ad aprire la bocca e sarà pronto a scagliarsi con veemenza contro le sue prede, gli speculatori contro l’euro, per interrompere l’eccessivo, per i suoi interessi, apprezzamento del dollaro.

Qualche segnale s’intravede. Le industrie a stelle e strisce avvertono già una riduzione prospettica degli utili per l’anno in corso e ciò si riflette nell’andamento molto divergente, nel 2015, tra la borsa americana, sostanzialmente piatta dall’inizio dell’anno, e quelle europee, in deciso rialzo.

Dove porterà questa politica monetaria ultra accomodante con tassi di interessi che, e non si tratta più di casi isolati e sporadici, sono diventati addirittura negativi?

Negli Stati Uniti questa cura da cavallo, inaugurata nel 2008 ed ancora in corso, ha cominciato a dare i suoi frutti dopo qualche anno e solo ora i suoi benefici si stanno estendendo dalla finanza all’economia reale, pur con tutti i dubbi derivanti dalla creazione di posti di lavoro non adeguatamente remunerati.

Ma sul lungo periodo, e di questa visione spesso sono molto i carenti i politici attuali, sempre alla rincorsa di obiettivi di breve termine, i problemi derivanti da tassi di interesse praticamente azzerati potrebbero esplodere.

La vita media e, aggiungerei, lo stato di benessere fisico, grazie al continuo progresso della medicina ma anche, e soprattutto, all’applicazione della tecnologia al campo sanitario, sta visibilmente aumentando in parallelo all’accrescere dei bisogni dell’essere umano, sempre più alla ricerca di divertimenti, passatempi e della maggiore disponibilità di tempo libero dovuta al progresso tecnologico.

I fondi pensione, le assicurazioni sulla vita e tutte le altre forme di investimento cui si rivolgono i risparmiatori per trovare una adeguata remunerazione ai propri capitali trovano sempre maggiori difficoltà ad assicurare rendimenti “decenti” ai loro clienti e sono costretti ad assumere maggiori rischi impiegando il denaro raccolto in soluzioni spesso “esotiche”, magari in lontani paesi sulla cui sicurezza è lecito sollevare più di un dubbio.

In altre parole, se molti anni fa, con gli interessi dei Bot, un individuo era in grado di integrare abbondantemente la propria pensione, addirittura raddoppiandola in alcuni casi, oggi questo non è più possibile.

Ci hanno martellato la testa con lo spauracchio dell’inflazione ed oggi tutto il mondo è alla ricerca di strumenti che la facciano risalire! E’ proprio vero quello che diceva mia nonna: “Chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane”!

Giuseppe Gaglioti