La corruzione ora si studia all’Università di Giuseppe Careri

La corruzione ora si studia all’Università di Giuseppe Careri

In Italia per conoscere e combattere i fenomeni delle tangenti e della corruzione si mobilita l’università.

La facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con l’Anac, Autorità Nazionale dell’Anticorruzione, guidata dal magistrato Raffaele Cantone, organizza un Master universitario di II livello in “Corruzione e Sistema Istituzionale”. Il corso si terrà da febbraio a dicembre del 2016 con lezioni a fine settimana. Si entra per selezione. Così la tangente e la corruzione diventano materia di studio universitario.

La Facoltà di Giurisprudenza recepisce, sia pure in ritardo, il disagio sociale di gran parte dei cittadini derivante dai fenomeni corruttivi dilaganti ormai in tutto il paese.

Il fenomeno della corruzione in Italia è sotto la lente d’ingrandimento dei quotidiani e delle televisioni, addirittura del cinema, ma riguarda quasi sempre solo alcuni fenomeni che vengono alla luce, rispetto alle numerosissime tangenti e corruzioni che rimangono purtroppo ancora sommerse, all’oscuro dell’opinione pubblica, delle autorità di polizia e della magistratura. Così ben venga ogni iniziativa, come questa dell’Università di Roma.

Il primo esame da sostenere per i neo laureati, professionisti e dipendenti pubblici e privati, sarà “Storia e Teoria della Corruzione”, un corso di 15 ore per analizzare le radici storiche del malaffare in Italia.

Il secondo modulo tratterà l’argomento di “Elementi di Economia della corruzione”, con la conseguente “ricaduta dei fenomeni corruttivi sulla crescita economica generale”.

Nel terzo modulo s’indagherà sul “Contrasto Internazionale alla Corruzione” dove si analizzeranno le principali iniziative di “contrasto della corruzione a livello europeo e globale”.

Gli altri nove moduli del Master saranno di approfondimento di norme e regolazione dei mercati, compresi gli aspetti legati all’etica sociale.

L’Anac ha deciso di collaborare con l’Università la Sapienza per la formazione dei propri quadri. Uno dei testi del corso curato dal Professor Marco D’Alberti, sarà “Combattere la corruzione, analisi e proposte” un’antologia di interventi,  tra cui uno del Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone.

Venticinque anni dopo il terremoto giudiziario di Mani Pulite, la società e le istituzioni tentano la carta dell’approfondimento universitario per debellare uno dei fenomeni ancora in crescita nel nostro paese.

Finora le indagini di polizia e carabinieri, le denunce, gli arresti decisi dalla Magistratura, non hanno contrastato fino in fondo un fenomeno ormai propagatosi in tutte le città, nei comuni, Regioni, addirittura nel Parlamento.

Questa iniziativa universitaria darà certamente un contributo alla conoscenza di tutti coloro, laureati, professionisti, imprese, destinati a svolgere un ruolo importante nella società italiana, a tutti i livelli . Ma sarà solo un inizio. Il Master universitario dell’Anticorruzione avrà prospettive positive, infatti,  solo se sarà affiancato da misure legislative e da una seria lotta alla corruzione di tutte le istituzioni, governo, opposizioni, parlamento.

Sono ormai anni che il nostro paese assiste impotente a questi fenomeni che si susseguono senza tregua. Mani pulite ci aveva fatto sperare di aver definitivamente debellato la corruzione e le tangenti. I fatti di tutti i giorni, gli arresti, gli avvisi di garanzia, i processi senza fine, ci riportano, invece,   alla realtà.

Raffaele Cantone

Raffaele Cantone

Ciò significa che il cancro del malaffare non è stato ancora debellato, si annida in tutti i meandri della pubblica amministrazione, tra quelle cooperative che speculano sui soldi, i nostri soldi, riservati invece ai migranti per trovare un alloggio decente, un pasto caldo, un letto dove dormire;  poi, tra quei politici e  amministratori che si “vendono” per un appartamento in regalo, in cambio di un appalto milionario.

E’ di pochi giorni fa la notizia del Sindaco di Abano Terme finito in manette per corruzione dopo aver patteggiato la pena a 4 anni di reclusione. Ancora, dieci arresti per appalti e scuole a Roma tra cui funzionari del comune. Infine, la sentenza con i sei anni di reclusione comminati all’ex governatore della Lombardia per corruzione nel caso Maugeri e San Raffaele.

Certo le leggi per contrastare il fenomeno ci sono. L’ultima arrivata, la 124 del 2015, contiene disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, comunemente chiamata “legge anticorruzione”. Non a tutti, però, appare sufficiente a combattere i delitti collegati al ricorso sistematico alla corruzione.

In una società avida, fondamento egoista dell’avere, è ormai naturale che “viviamo in una società che si fonda sulla proprietà privata, sul profitto e sul potere, considerati i pilastri della sua esistenza”, scrive Erich Fromm in Avere e Essere.

Ecco, per fronteggiare ed eliminare, almeno in parte, la corruzione, oltre le leggi già esistenti, le istituzioni introducono un master universitario puntando anche sulla educazione e la formazione. Un primo passo per impadronirsi, attraverso lo studio sistematico della corruzione fin dalle origini, di un mondo ancora da scoprire e ancora difficile da debellare.

Giuseppe Careri