La 81 vittime di Ustica ancora sepolte in un mare di bugie. Sotto accusa la Francia

La 81 vittime di Ustica ancora sepolte in un mare di bugie. Sotto accusa la Francia

L’abbattimento del Dc9 sopra i cieli di Ustica ha costituito sempre un buco nero nella storia del Mediterraneo in generale e dell’Italia, in particolare. Le bugie, purtroppo gestite dalle istituzioni di vari paesi alleati, hanno allontanato la verità e  avvelenato i rapporti tra popoli e nazioni.

Sin da subito si parlò di un missile, anche se per motivi d’ingordigia aziendale si preferì parlare di cedimento strutturale dell’aereo  dell’Itavia, piccolo ma evidentemente insidioso concorrente dell’Alitalia che approfittò di quell’incidente per far sparire la compagnia rivale dai cieli italiani.

Durante le indagini accadde di tutto. Militari che depistavano, stati alleati che negavano l’evidenza, periti nominati dai giudici inquirenti che cambiavano versione contribuendo ad innalzare una cappa di fumo, il cui fine ultimo era solo quello di tacere scandalose verità e sperare che 81 morti finissero, prima o poi, nell’oblio.

Dalla Francia viene, invece, adesso, la notizia che dei cronisti coraggiosi di Canal plus non si sono persi d’animo e per anni hanno continuato ad indagare sulle voci che raccontavano di verità scomode. Queste voci dicevano che il missile era stato lanciato dai francesi con l’obiettivo di abbattere un aereo libico. Purtroppo, il Dc9 venne colpito al posto dell’altro ed accadde quel che accadde.

Secondo una vulgata, sull’aereo libico si sarebbe trovato il premier Gheddafi odiato dai francesi perché continuava a lasciare alla nostra Eni i diritti di sfruttamento dei giacimenti del paese nord africano. Secondo  altre ricostruzioni, invece, si sarebbe trattato di un Mig  libico ritrovato in quegli stessi giorni, con pilota morto a bordo, sui monti della Sila.

Anche su questo aspetto non sono mancati i depistaggi e e le bugie. Al punto che ancora oggi nessuno può giurare sulla data certa in cui il velivolo militare cadde sul suolo calabro.

Si parlò subito di un missile lanciato da un velivolo della portaerei transalpina Clemenceau che, però, le autorità francesi hanno sempre negato si trovasse nelle acque antistanti Ustica. I giornalisti di Canal plus hanno scoperto che, in effetti, questa delle autorità di Parigi era una mezza menzogna,  un peccato di omissione. Non c’era, infatti, la Clemenceau, bensì un’altra portaerei francese: la Foch. Cosa che i testardi e coraggiosi reporter hanno scoperto entrando in possesso di materiale inedito.

I giornalisti hanno anche scoperto un’altra bugia di Parigi. Quella della operatività della base aerea di Solenzara in Corsica. Secondo i francesi sarebbe stata chiusa alcune ore prima dell’abbattimento del Dc9 italiano. Non è vero secondo i giornalisti. Nella base i controllori di volo erano al lavoro e, quindi, ci sarebbe stata la possibilità di verificare i registri dei radar della  zona e svelare eventuali cause e responsabilità sulla caduta del mezzo Itavia.

Vedremo se dopo queste rivelazioni si riuscirà a sollevare il velo di menzogne che per 31 anni degli uomini sleali verso la loro bandiera e verso l’umanità intera hanno steso per impedirci di  vedere la verità e risarcire almeno moralmente quelle povere, innocenti 81 vittime.

Giancarlo Infante