Alle 16 Renzi al Quirinale con la lista dei ministri. Incontro notturno tra il premier incaricato e Alfano per superare gli ultimi scogli prima del varo del Governo

Alle 16 Renzi al Quirinale con la lista dei ministri. Incontro notturno tra il premier incaricato e Alfano per superare gli ultimi scogli prima del varo del Governo

Alle 16 Matteo Renzi sale al Quirinale per sciogliere la riserva e consegnare al Capo dello Stato la lista dei ministri. Il leadere del Ncc, Alfano dovrebbe conservare anche la carica al Ministero dell’Interno, mentre Dario Franceschini dovrebbe andare alla Giustizia. In precedenza, si era svolto un incontro notturno tra Matteo Renzi e Angelino Alfano. Accompagnati da Dario Franceschini e Graziano Delrio, il primo, e da Maurizio Lupi, il secondo, dovrebbero essere entrati nel vivo  di ciò che è sembrato nelle ultime ore costituire l’ultimo ostacolo alla formazione del Governo. Cioè il ruolo nella maggioranza del Nuoco Centro destra. Questione che richiama alcuni aspetti cruciali per Angelo Alfano ed il suo neonato raggruppamento: durata del Governo, numero e “peso” dei ministri assegnati alNcd, alcuni punti programmatici, tra i quali quelli della Giustizia e della riforma del lavoro.

In ogni caso, sullo sfondo resta il rapporto di Matteo Renzi  con Silvio Berlusconi. Questione ulteriormente rinfocolata dopo l’acceso scambio polemico tra il leader di Forza Italia ed Alfano in materia di “utili” o “inutili idioti” e,soprattutto, del delinearsi di quella “doppia” maggioranza che potrebbe venirsi a creare in materia di riforma elettorale. Nel senso che, poi,  Alfano e gli altri partiti intermedi temono di veder approvata dal Parlamento la riforma sulla sgradita legge elettorale da una coalizione formata da Pd e da Forza Italia, sulla base dell’accordo raggiunto in materia tra Berlusconi e Renzi.

Alfano ed i suoi sanno che, per quanto gli impegni in politica valgano solo fino a quando fa comodo, devono battere il ferro caldo e portare a casa più garanzie concrete possibili. Adesso che il Presidente incaricato,  i suoi più stretti collaboratori ed i suoi principali alleati interni al Pd hanno bisogno di chiudere la partita in tempi veloci Alfano frena nel tentativo di strappare il più possibile.

delrio giornalisti

L’incontro notturno, organizzato da Delrio presso la sede del suo Ministero per gli affari regionali, ha concluso una giornata convulsa per il rincorrersi dei giudizi e dei commenti sul vertice di maggioranza che si era tenuto tra i rappresentanti dei partiti che costituiscono la maggioranza.

“Siamo solo al primo passo”. “C’è bisogno ancora di un confronto”. Queste le dichiarazioni ufficiali. Ma tutti danno per certo che  l’accordo, alla fine,si troverà. Non si è mai visto nascere un Governo che non avesse trovato ufficialmente un accordo. I problemi sono altri.

Matteo Renzi non c’era e il gioco l’ha condotto l’uomo più “solido” e d’esperienza della sua squadra. Quel Graziano Delrio che, adesso, qualcuno vorrebbe al Ministero dell’Economia  anche se la sua laurea in medicina e la sua specializzazione in endocrinologia non lo rendono d’emblée l’uomo più adatto all’occasione. Nonostante le sue valide esperienze come Sindaco di Reggio Emilia per circa nove anni e come ministro per otto mesi.

Ma tant’é. Adesso sembra che ci si orienti per un ministro “politico” e, quindi, Renzi prova a portare a casa, per uno dei suoi,  il dicastero più importante del Governo. L’idea sarebbe quella di affiancare a Del Rio due sottosegretari “tutor “ e tuttofare che gli sarebbe affidati dalla Banca d’Italia. E’ questo che potrebbe spiegare l’inusuale visita fatta da Renzi  a Ignazio Visco presso la banca centrale prima di recarsi da Giorgio Napolitano?

A Montecitorio circola voce che, in realtà si sarebbe trattato di un suggerimento rivolto al Presidente incaricato da Giorgio Napolitano. Il Presidente della Repubblica avrebbe utilizzato la “sapienza” e le conoscenze del Governatore per far capirere al giovane Sindaco di Firenze come stanno realmente le cose riguardo ai nostri conti ed alla situazione con il resto d’Europa e la Bce. Altro che le quattro chiacchiere in “streaming” con Beppe Grillo.

La verità è che i cosiddetti “mercati”, che poi sono alcune decine di banchieri ed investitori dalla dimensione internazionale, vogliono avere a che fare al Tesoro con qualcuno che dia sicurezze ai loro ingenti investimenti sul debito pubblico e sui beni italiani di cui sono proprietari, si tratti di azioni, risorse finanziarie o imprenditoriali. Degli equilibri che Matteo Renzi deve rispettare per le beghe di casa Italia, a loro, non interessa minimamente.

banca d'italia

Così, tutti dicono  che i “mercati” vogliono un “tecnico”,  cioè uno di quelli che tra Direzioni del Ministero del tesoro e Banca d’Italia hanno sempre fatto fare loro gli affari migliori. Ovviamente perché,  così facendo, realizzavano anche il bene dell’Italia.

E’ una vecchia storia in cui verità e mezze verità, o addirittura nessuna verità, hanno finito per  far guidare la politica economica italiana non da chi riceve un democratico mandato dal popolo, bensì grazie ad una carriera fatta all’ombra di potentati di vario genere.  Bisognerebbe riflettere sulla oggettiva “deresponsabilizzazione” che ne consegue, ma in un’Italia del tutto deresponsabilizzato questo è sicuramente solo un neo.

Matteo Renzi è ancora troppo giovane e troppo debole per non rispettare una situazione del genere. Così sta cercando di barcamenarsi nel tentativo di avere all’Economia qualcuno che gli tenga in ordine i conti senza, però, giungere a quell’autonomia che, ad esempio, si è sempre presa Giulio Tremonti con Silvio Berlusconi. Per anni il Cavaliere questa cosa l’ha voluta e dovuta tenere celata, fino a quando le loro strade non si sono irrimediabilmente separate proprio in materia di politica economica.

Allora, in queste ore ci si meraviglia che i partiti della maggioranza fanno capire di non avere ancora raggiunto l’accordo complessivo sul programma. Questo accordo non lo troveranno fino a quando non sarà definita tutta la griglia dei dicasteri e le caselle andranno al loro posto. A partire dal Ministero dell’Economia.

Giancarlo Infante