In vista dell’arrivo a Genova dei nuovi “mostri del mare”

In vista dell’arrivo a Genova  dei nuovi “mostri del mare”

Nei porti italiani dal 2016 saranno presenza abituale le super “portacontainers” da oltre 13.000 teu, ovvero “twenty equivalent unit” che nei trasporti navali sta a indicare il container tipo da 20x12x8 piedi.

E’ questa infatti la data in cui dovrebbero essere consegnate le nuove unità da 18.000 teu che Cscl (China Shipping Container Line) e Uasc (United Arab Shipping Company) hanno deciso di ordinare e che inseriranno nel servizio congiunto che collega Estremo oriente e Europa settentrionale. Ma nel mondo già ci si prepara ad accogliere “mostri” da 22.000 teu. Qualcosa come 22.000 containers trasportati per ogni viaggio!

Il porto di Genova è il primo e più accreditato candidato a ospitare i nuovi supermostri cargo e già tra 2 anni, nel 2015, a “Calata Bettolo” il fondale portato a 17 metri renderà possibile l’attracco appunto di unità da 13.000 teu. porta14 grumagesL’ Autorità portuale del capoluogo ligure, in collaborazione con Enac e Enav (gli enti reponsabili del traffico aereo), sta lavorando sul profilo delle grandi gru che saranno utilizzate in porto per questi giganti galleggianti in modo che non interferiscono per nessuna ragione sul movimento dei velivoli in atterraggio e decollo dal vicino aeroporto Cristoforo Colombo, che come si sa affaccia appunto sul mare.

Il Terminal di Voltri, Vte (Voltri Terminal Europa), di poco a ovest di Genova, uno dei più importanti dell’area dell’alto mediterraneo occidentale, peraltro già da qualche tempo accoglie unità da 13.000 teu. Qui ora si lavora per l’aumento dei fondali adatti ai nuovi mostri. Per il momento solo Maersk, una delle più grandi compagnie di portacontainers del mondo, opera con navi da 13.000 teu, che attraccano appunto al terminal di Voltri. A Calata Sanità, nel porto storico della città, possono arrivare ancora solo mercantili da 10.000 teu di capacità.

porta9 maerskLa corsa al gigantismo navale ha accelerato l’entrata in servizio di navi sempre più grandi sulla rotta maggiore fra Asia e Nord Europa, con ricadute anche sulle rotte minori. Dopo Maersk, che è stata la prima a ordinare navi da 18.000 teu (la cosiddetta classe Triple-E), nel gennaio scorso anche Uasc ha annunciato l’intenzione di ordinare unità di queste dimensioni nei prossimi mesi.
La decisione è stata possibile in virtù dei risparmi gestionali, 200 milioni di dollari circa, già ottenuti con la messa in linea di portacontainers da 13.500 teu ordinate nel 2008. Oltre al crollo dei prezzi di costruzione, ridotti di un terzo rispetto a cinque anni fa.

Per le nuove “super portacontainers”, Uasc sta valutando offerte di cantieri cinesi e coreani. porta11 china-shipping2Nei giorni scorsi, tuttavia, China Shipping Group di Shangai, 440 navi passeggeri e merci di vari tipi, di proprietà del governo cinese, ha rotto gli indugi anticipando il partner arabo per con l’ordine delle nuove grandi navi. A fine maggio il contratto dovrebbe essere definitivamente confermato, al prezzo di 140 milioni di dollari a unità, per un investimento complessivo di 700 milioni di dollari.

China Shipping, da indiscrezioni, sembra si sia accordata con i cantieri sud coreani Samsung, anche se finora gli unici ad aver realizzato navi da 18.000 teu sono i Daewo, porta50 bacino corea coreani, per conto di Maersk Line, “conglomerato d’affari” danese fondato nel 1928, proprietario di oltre 600 navi.

In vista dell’arrivo delle unità ULCV (Ultra Large Container Vessels) da 22.000 teu di capacità, i produttori di gru devono essere pronti a fornire per tempo ai terminal i mezzi di sollevamento capaci di operare su queste “super portacontainers” di dimensioni giganti. Per la progettazione e la costruzione di queste infrastrutture di sollevamento e di supporto adatte ai nuovi “mostri del mare”, devono essere prese in considerazione molti elementi, primo tra tutti la capacità di resistenza al carico del vento.

Al tempo stesso deve essere valutata la possibilità e la convenienza di aggiornare e adattare alle imminenti esigenze le attuali attrezzature. Una scelta che, in ogni caso, dovrà essere presa decisamente con tempestività. I “nuovi mostri” sono praticamente in arrivo.

Enrico Massidda