Immigrazione: Usa cambiano regole d’ingresso partecipa l’Italia alla “battaglia”?

Immigrazione:  Usa cambiano regole d’ingresso  partecipa l’Italia alla “battaglia”?

Noi italiani ci stiamo dando da fare? I nostri solerti diplomatici avranno avvertito Emma Bonino, che sappiamo essere sempre attenta e tanto devota agli impegni pubblici da lei assunti, su di una battaglia che è in corso negli Stati Uniti? Gli americani stanno per veder votare dal Congresso una nuova, combattutissima, corpulenta legge sull’immigrazione. I responsabili di tanti paesi esteri le stanno inventando di tutte per far introdurre regole più vantaggiose per i loro concittadini, nel caso abbiano necessità di un permesso per entrare e restare negli Stati Uniti, e per talune merci da loro esportate negli Usa.

Coreani, irlandesi, polacchi e canadesi sembrano essere i più scatenati nel cercare ex agenti della Cia, parlamentari in carica o meno, amici del Presidente Obama, del Vicepresidente Biden, oppure i leader democratici o repubblicani delle due camere.

immigrazione17 strumentiDevono ottenere, in qualunque modo, questa o quella concessione che si rivelerà un grande favore per coreani, irlandesi, polacchi e canadesi. Favori di cui non godranno, invece, tutti gli altri. Italiani compresi?

Nelle 867 pagine del documento in esame di fronte ai parlamentari Usa, infatti, è previsto tutto. Dalla A alla Z su regole e norme che, a partire dal prossimo, immediato futuro regoleranno il suono o meno del timbro “ visa”, brandito dai meticolosi funzionari dei consolati o dell’immigrazione Usa.

Di sicuro, si sa che il Primo Ministro della Repubblica d’Irlanda, Enda Kenny, approfittando della festa di San Patrizio, santo patrono di entrambi i paesi, è intervenuto direttamente su Obama per ottenere alcuni favori per i suoi. I polacchi si stanno prodigando con tutto il fronte parlamentare del Campidoglio per ricevere trattamenti di favore per ben tre tipi di prosciutto diversi prodotti dalle loro parti. Si sa, da quanto dice il New York Time, che non sono meno impegnati gli emissari di Brasile, Argentina ed Israele

Il provvedimento, che sta suscitando anche interventi polemici da parte di parlamentari americani di ogni zona e di ogni posizione politica, loro dicono a sostegno dei lavoratori locali, dovrebbe anche aumentare di 35.000 l’anno il numero dei permessi di entrata per i lavoratori altamente specializzati. Costoro, infatti, non solo non creano problemi per la forza lavoro indigena, bensì si rivelano una grande occasione di sviluppo per l’intero sistema americano.

RAI: CONVEGNO  - UNO SGARDO DIVERSO - CON MINISTRO ELSA FORNEROIn particolare, questa parte del provvedimento era atteso dalle piccole e medie imprese statunitensi che da tempo chiedono la libertà di reperire, in ogni parte del mondo, il personale esperto di cui hanno bisogno per crescere e svilupparsi. In questo senso, ci sarebbe da registrare che gli irlandesi i quali, si sa, possono contare su di una fortissima comunità interna agli Stati Uniti, ed al Congresso, stanno per ottenere 10.500 permessi di ingresso in più per altrettanti laureati provenienti dalla loro isola.

Noi siamo certi che la Farnesina stia alacremente lavorando con la nostra Ambasciata di Washington e che la recentissima visita del Segretario di Stato, John Forbes Kerry, sia stata dedicata anche a queste questioni. Di sicuro la chiacchierata al riguardo richiesta dal Ministro Emma Bonino, ce lo auguriamo, deve aver portato dei vantaggi anche a tanti nostri concittadini.

Giancarlo Infante