Il terzo giovedì del mese delle banche centrali e le “scommesse” delle borse

Il terzo giovedì del mese delle banche centrali e le “scommesse” delle borse

Perché giovedì!

Gli gnocchi non c’entrano nulla.

Parliamo invece delle famose riunioni delle banche centrali che con periodica cadenza scandiscono il tempo delle decisioni economico-finanziarie.

Prima di addentrarci nei meandri dell’ingegneria finanziaria, è opportuno fare una premessa chiarificatrice su alcuni meccanismi che governano il circo dei mercati.

Il terzo venerdì di ogni mese vanno in scadenza sui mercati finanziari di tutto il mondo diversi strumenti derivati, tra cui le cosiddette opzioni.

Di che si tratta? Sono delle scommesse sul fatto che, proprio il terzo venerdì del mese, ad orari diversi in tutto il mondo, un certo indice abbia un certo valore.

Un esempio è in grado di chiarire meglio.

Il signor Rossi scommette (esistono anche delle opzioni che servono a proteggere il patrimonio, ma l’argomento a questo fine non ci riguarda) che il giorno 18 settembre 2015, alle ore 13, l’indice della borsa di Francoforte abbia valore 10.000. Supponiamo che abbia pagato per questa scommessa 200 punti pari a 5.000,00 € . Se l’indice sarà esattamente, o sotto, al valore di 10.000, avrà perso la scommessa, cioè i 5.000,00€.

Il signor Rossi recupererà completamente i suoi 200 punti se l’indice, invece, raggiungerà i 10.200 punti (il recupero sarà parziale per tutti i valori compresi tra 10.000 e 10.200) e inizierà a guadagnare dai 10.200 punti in su. Ovviamente, maggiore sarà la differenza tra il valore dell’indice alle ore 13 e 10.200, punto di indifferenza per il signor Rossi, maggiore sarà il guadagno.

Questa premessa era necessaria per far comprendere meglio che sotto scadenza ci sono delle fortissime oscillazioni degli indici, determinate proprio da queste forze contrapposte che si combattono in una battaglia senza esclusione di colpi per far prevalere i propri eserciti (leggi interessi).

Naturalmente, queste escursioni di prezzo si esasperano ancora di più proprio perché influenzate dalle decisioni assunte il giorno prima dalle banche centrali. Non è raro il caso che l’indice, dopo impressionanti e continui cambi di direzione, termini sostanzialmente sui valori di inizio giornata!

Ed ecco che rispunta il giovedì.

Chi ci guadagna in questo tourbillon?

Fermo restando che il mercato è un gioco a somma zero perché a fronte del signor Rossi di Busto Arsizio che ha perso i 5.000,00€ ci sarà mr. Smith a Oklahoma City che li avrà vinti, i veri vincitori sono tutti gli intermediari finanziari che imbottiscono i loro forzieri con le commissioni di negoziazione, cioè il costo sostenuto dai vari soggetti partecipanti all’esibizione circense.

E chi sono gli azionisti delle Banche Centrali?   Sono le banche e assicurazioni private (ad esempio la Banca d’Italia è per circa il 95% in mano a banche e assicurazioni private e per circa il 5% in mano all’INPS e all’INAIL.

Lascio ai lettori la difficile risposta. Chissà perché non possa essere previsto il lunedì successivo alle scadenze delle opzioni quale giorno adatto alle riunioni?

Andreotti, uno che se ne intendeva, diceva che a pensar male si commette peccato ma spesso, se non sempre, ci si azzecca!

Giuseppe Gaglioti