Il Governo di Damasco sarebbe pronto a proporre un cessate il fuoco e a partecipare ad una Conferenza di pace con gli insorti

Il Governo di Damasco sarebbe pronto a proporre un cessate il fuoco e a partecipare ad una Conferenza di pace con gli insorti

Il Governo di Damasco sarebbe pronto a proporre un cessate il fuoco agli insorti in arme. La dichiarazione è stata fatta al “The Guardian” di Londra dal vice di Bashar al-Assad, Qadri Jamil. La guerra civile, dice in sostanza il Vice Primo ministro siriano, ha raggiunto una fase di stallo e nessuna delle due parti é abbastanza forte per vincere il conflitto.

Così Bashar al-Assad chiederà una tregua e la convocazione di quella conferenza internazionale, la famosa “Ginevra 2 “, di cui si parla da mesi che nessuno è riuscito ad organizzare a causa dei veti incrociati espressi dalle parti impegnate in una dura guerra da due anni e mezzo. Il bilancio è, per ora, di oltre 100 mila morti e circa due milioni di sfollati in Turchia, Giordania e Libano.

Qadri Jamil, è il responsabile del ministero delle finanze. Egli ha ammesso che l’economia siriana ha subito perdite catastrofiche per il protrarsi del conflitto. Egli calcola in 100 miliardi di dollari i danni per un’economia che non produce più niente da oltre due anni.

Il cessate il fuoco , continua l’esponente siriano con il giornale londinese, dovrebbe essere tenuto “sotto osservazione internazionale” da parte di paesi neutrali.

Qadri Jamil

Qadri Jamil


La conferenza, invece dovrebbe servire a raggiungere i seguenti obiettivi: ” fine di ogni intervento esterno, un cessate il fuoco e l’avvio di un processo politico pacifico in un modo che il popolo siriano possono godere di autodeterminazione senza un intervento esterno e in modo democratico “.

Qadri Jamil che appartiene ad un piccolo partito laico e non al Ba’ath di al-Assad, sostiene che la sua partecipazione al Governo di Damasco costituisce un esempio “per entrambe le parti per preparare un governo di unità nazionale e rompere l’aspetto unilaterale del regime, così come superare la paura degli ambienti dell’opposizione di sedere al tavolo delle trattative”.

John Balcony