Il Giorno delle Memoria: l’importanza delle immagini per costruire la memoria storica. Proposte di film a Roma in commemorazione della Shoa

Il Giorno delle Memoria: l’importanza delle immagini per costruire la memoria storica. Proposte di film a Roma in commemorazione della Shoa

Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa varcarono le porte di Oświęcim, meglio conosciuta con il nome tedesco di Auschwitz. Oltre i cancelli, che portavano la scritta «Arbeit macht frei» (Il lavoro rende liberi), si nascondeva l’orrore del genocidio nazista.

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio “Giorno della Memoria”, “in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. L’intenzione è quella di investire nella costruzione di una sensibilità individuale e condivisa, fondata sulla conoscenza consapevole del passato.

Anche quest’anno non mancano a Roma le iniziative patrocinate per la commemorazione della Shoa. Particolarmente interessanti, tra le attività proposte, alcune proiezioni, che mettono in evidenza il ruolo centrale dello strumento filmico, nella costruzione del nostro immaginario storico.

Il Museo Ebraico e l’Assessorato alle Attività Culturali della Comunità Ebraica di Roma ricordano l’Olocausto con la rassegna “I film della memoria”. Le quattro pellicole, proiettate presso la Cineteca Nazionale, raccontano in che modo il cinema italiano ha affrontato il tema delle leggi razziste e la Shoah: 280_0_3203792_58783

Ore 17.00 “Roma ’38” di Sergio Capogna (1954, 23′)
«Da un racconto di Vasco Pratolini. Un amore sotto le persecuzioni razziali a Roma».
A seguire, “Kapò” di Gillo Pontecorvo (1960, 117′)
Kapò è una giovane ebrea che, nascosta ai nazisti la sua origine, finisce in un comune campo di concentramento e, «per istinto di conservazione, arriva fino a far combutta con i suoi nemici accettando l’incarico di sorvegliante (Kapò, appunto)».

Ore 19.30 “L’oro di Roma” di Carlo Lizzani (1961, 97′)
Film in cui si affrontano i tragici fatti che presagirono la deportazione degli ebrei romani. Cinquanta chili d’oro è il prezzo stabilito dal maggiore delle SS Kappler, per evitare la deportazione di duecento ostaggi della comunità ebraica romana. I popolani del ghetto consegneranno dell’oro, ma il loro destino è comunque segnato.
Ore 21.15 “Il grido della terra” di Duilio Coletti (1949, 90′)
Film che racconta le vicende, all’indomani della Shoah, che portarono alla fondazione dello Stato d’Israele.

Evento unico per la Giornata della Memoria, il cinema Farnese Persol di Campo De’ Fiori proietta invece “HANNAH ARENDT”, film del 2012 di Margarethe Von Trotta, la regista di “Anni di piombo”. Gli appuntamenti previsti sono per lunedì 27 gennaio, ore 18.30 e 20.30 e per martedì 28 gennaio, ore 16.30.

schlinder-620x420Il film racconta la storia della filosofa ebreo-tedesca Hannah Arendt, scappata nel 1940 dagli orrori della Germania nazista. Trovato rifugio negli Stati Uniti, presto la Arendt comincia a collaborare con alcune testate giornalistiche. Inviata del New Yorker in Israele, si ritrova così, nel 1961, a seguire da vicino il processo contro il funzionario nazista Adolf Eichmann. Convinta di trovarsi di fronte un mostro, la Arendt percepisce invece tutta la nullità del funzionario nazista, che poco coincide con la profonda malvagità delle sue azioni. Questo contrasto è proprio l’enigma che Hannah si impegna a risolvere e da cui trae spunto per descrivere l’Olocausto, con parole mai usate prima. Ne nascerà un libro: “Eichmann in Jerusalem. A Report on the banality of the Evil” ( in italiano “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme”), che provocherà immediatamente uno scandalo.

“Non si può ricordare qualche cosa a cui non si è pensato e di cui non si è parlato con se stessi” (Hannah Arendt).

Isadora Casadonte