Il discorso di fine anno del Presidente Napolitano: crisi e dramma sociale perciò “sacrifici da parte di tutti e in primis dai politici” e urgenti le riforme a partire dalla legge elettorale

Il discorso di fine anno del Presidente Napolitano: crisi e dramma sociale perciò “sacrifici da parte di tutti e in primis dai politici” e urgenti le riforme a partire dalla legge elettorale

La Crisi e il dramma sociale sono stati al centro del tradizionale messaggio che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha rivolto agli italiani dai microfoni delle reti televisive unificate. E’ l’ottava volta che il Capo dello Stato si è rivolto alla Nazione, ma per la prima volta il Capo dello Stato ha usato parole forti per ricordare ai cittadini che l’anno testé conclusosi è stato il “più terribile e inquietante sul piano politico e istituzionale che la Repubblica abbia mai attraversato nella sua storia.”

Dopo aver ricordato i messaggi ricevuti dai cittadini, soffermandosi sui problemi sociali vissuti dai disoccupati e dagli esodati, il Capo dello Stato si è soffermato sui giovani ponendo una domanda che ci deve scuotere. “I giovani – ha detto Napolitano – dicono di credere ancora nell’Italia ma si chiedono se l’Italia crede ancora in loro”. Una premessa forte che cerca di interpretare il malessere del Paese ed è per questo che la più alta magistratura della Repubblica ha auspicato che il “2014 sia e deve essere un anno migliore per condurci fuori dalla crisi”.

Discorso di fine d?anno di Napolitano: segui la diretta videoIl Capo dello stato ha auspicato che “i sacrifici debbano essere compiuti da tutti e in primis dai politici”. Il Presidente
ha poi elogiato l’azione del Parlamento che ha recepito in proposito i suggerimenti in tema di riduzione dei costi della politica approvando misure urgenti in materia di provincie e di finanziamento pubblico. Napolitano è quindi passato a parlare dei “forti cambiamenti” di cui l’Italia ha bisogno. Un tema importante nel quale i cittadini hanno mostrato “coraggio”. Coraggio al quale devono seguire riforme obbligate e urgenti in materia di modifiche costituzionali e regolamentari.

Riforme che devono partire dalla legge elettorale, richiesta anche dalla Corte Costituzionale. Il Capo dello Stato si è quindi soffermato sulle parole di papa Francesco che ci “ha richiamato a responsabilità forti nel mondo”. Non poteva poi mancare un accenno ai detenuti “costretti in carceri degradate!”, ai militari italiani impegnati nelle missioni internazionali e ai due marò, La Torre e Girone, ancora in India sotto processo. Non poteva mancare un riferimento al disastro della terra dei fuochi.

Enrico Barone