Il confronto sulla Legge elettorale potrebbe rendere necessario un nuovo incontro Renzi Berlusconi. Nel Pd si tratta e la minoranza ritira alcuni emendamenti

Il confronto sulla Legge elettorale potrebbe rendere necessario un nuovo incontro Renzi Berlusconi. Nel Pd si tratta e la minoranza ritira alcuni emendamenti

Il secondo giorno di dibattito in Commissione Affari costituzionali della Camera  conferma la complessità della situazione  politico parlamentare che stiamo  vivendo . I punti cruciali restano le soglie di sbarramento. Quella minima che influirà sul numero dei partiti che si ritroveranno in Parlamento in virtù del superamento della percentuale  che sarà definiti in queste ore e che sta ballando tra il 4 per cento ed il 5 per cento.

La discussione non è di lana caprina perché  abbiamo già visto nel passato che alcune formazioni politiche sono entrate o meno in consigli elettivi per pochi voti. Nella  discussione in corso il Pd sembra essersi ricompattato sull’ipotesi del 4 per cento mentre Forza Italia insiste per il 5. I più piccoli, ovviamente, si schierano con Renzi ed i suoi.

La soglia massima è quella che definirà l’asticella oltre cui il partito che la supera riceverà il premio di maggioranza senza il bisogno di andare al ballottaggio. Questo sembra essere diventato il punto su sui si registrano delle difficoltà tra Renzi e Berlusconi. Il Segretario del Pd, infatti, si è accorto, e gli attuali sondaggi lo confermano, che rischia di essere l’eventuale coalizione del Centro destra di superare al primo turno l’ eventuale  sbarramento  del 35 per cento indicato inizialmente nell’accordo raggiunto con il capo di Forza Italia.

Berlusconi-e-Renzi

Resta, inoltre, la questione delle preferenze che ha sin dai primi momenti dopo l’annuncio del cosiddetto “Italicum” costituito uno dei principali pomi della discordia,  in maniera trasversale visto che Renzi e Berlusconi non le vogliono reintrodurre a differenza della minoranza del Pd e di quasi tutti i partiti minori. Inclusa la Lega che sembra voler instaurare  nuovamente  buoni rapporti con Berlusconi perché ha capito che potrebbe tornare a giocare un ruolo centrale nella politica italiana se i suoi voti potessero far pendere l’ago della bilancia a favore del Centro destra.

Si dice, allora, che Matteo Renzi e Berlusconi potrebbero incontrarsi nuovamente per valutare le conseguenze delle prime ore di discussione  sul loro accordo che, probabilmente, subirà delle modifiche nel corso dei lavori parlamentari.

Renzi,  così,  fa la voce grossa con i suoi ed ottiene che i parlamentari del Pd in Commissione ritirino molti degli emendamenti che se approvati rischierebbero di far fallire l’intesa. Però, al di la dei proclami sta trattando dentro il partito in modo da potersi presentare al confronto con Berlusconi senza lasciare al capo di Forza Italia la possibilità di giocare su sue presunte e possibili debolezze interne al Pd. Sembra che con la minoranza dei democratici Renzi stia trattando sull’ipotesi di fissare precise regole sulle primarie dei candidati in modo da evitare che sia la sua sola segreteria a disegnare la futura composizione dei gruppi parlamentari.

La Commissione Affari costituzionali deve comunque  esaminare adesso circa 300 emendamenti visto che il Pd ha ritirato una buona parte dei 35 presentati a fronte dei 318 che in totale sono stati portati sul tavolo nei termini richiesti. Tra questi alcuni elaborati dai cosiddetti partiti minori che stanno facendo di tutto per mettere in difficoltà l’asse  Renzi  Berlusconi.

Spicca quello del gruppo di centro di “Per l’Italia” che  vuole  introdurre  norme più severe in materia di incompatibilità ed ineleggibilità. Una questione al di fuori dell’accordo raggiunto tra i due leader che forse non ci avevano pensato e che potrebbe  porre non pochi problemi a Silvio Berlusconi e, indirettamente, alla sua intesa con il Segretario del Pd.

L’emendamento in questione  prevede che non siano eleggibili i “titolari di una partecipazione di controllo del capitale sociale di una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici o di una impresa che controlla una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici o colui che in proprio esercita una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici”.

berlsuconi suoi al senato

In poche parole, ammesso che Silvio Berlusconi riesca a sfuggire ai limiti che gli vengono a causa delle sue disavventura giudiziaria, non sarebbe  più eleggibile in ogni caso se si vuole tenere le sue televisioni. Per evitare, poi, che si gridi alla retroattività del provvedimento, l’emendamento, a firma dell’intero gruppo che nel Governo fa riferimento al Ministro Mario Mauro, e cioè Gitti, Dellai,  Cesa,  Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti, prevede anche  che, dalla data di entrata in vigore della disposizione , “se le situazioni giuridiche non sussistono al momento dell’elezione, ma sopravvengono, opera la immediata incompatibilità e la decadenza dall’ufficio”.

Insomma, potremmo dire con un linguaggio non proprio aulico che il centro prova a mettere una bella zeppa tra il Pd e Berlusconi visto che su questo punto i parlamentari democratici si potrebbero sentire liberi di votare come meglio loro aggrada e senza essere costretti ad entrare direttamente in rotta di collisione con Matteo Renzi, il quale continua ad ammonire che se non si vota la Legge elettorale presentata  da lui e Berlusconi finisce la legislatura. Vedremo il dibattito a che risultati porterà.

Enrico Letta, intanto,  ha assunto l’interim del Ministero delle Politiche agricole dopo le irrevocabili dimissioni di Nunzia De Girolamo che, lo ha detto lo stesso Vicepremier e Ministro dell’Interno, non ha voluto ascoltare neppure gli appelli di Angelino Alfano. Così come sembra che  la ex ministra non abbia voluto soddisfare  i consigli  del marito democratico, Francesco Boccia,  affinché rimanesse al proprio posto. Adesso si rincorrono le voci che la parlamentare beneventana si appresti a tornare in Forza Italia. Però sembra che le giunga un “no” netto da parte di Francesca Pascale , la fidanzata di Silvio Berlusconi. Allora, forse, é proprio un “no”.

Giancarlo Infante