I 200 annegati nel Mediterraneo e i 71 asfissiati nel tir pesano sull’Europa

I 200 annegati nel Mediterraneo e i 71 asfissiati nel tir pesano sull’Europa

200 annegati al largo della Libia e 71 trovati asfissiati in un tir nel cuore dell’Europa, lungo un’autostrada austriaca.

Le nuove stragi di migranti  riaprono il confronto su un tema che coinvolge tutto il mondo e da mesi sta richiamando l’attenzione e rinfocolando le polemiche, in particolare in Europa. In queste ore sembra di tornare a quelle delle drammatiche vicende della scorsa fine di aprile quando l’intera comunità internazionale scoprì l’orrore della morte di centinaia e centinaia di disperati colati a picco e annegati nelle acque del Mediterraneo.

Oggi interviene l’Onu, richiamata a gran voce da tempo,  che organizza un vertice in occasione dell’Assemblea di Capi di stato ed il suo segretario Ban Ki- moon invita tutti a fare di più ancora una volta.

Il New York Times denuncia gli errori e la latitanza dell’Europa responsabile di aver lasciate sole Italia e Grecia. Il ministro degli esteri italiano, Paolo Gentiloni, registra come le ultime vicende abbiano convinto tutti in Europa ad affrontare adeguatamente la questione e tutti si augurano che abbia ragione.

La Cancelliera tedesca Angela Merkel annuncia il trovato accordo con Italia e Grecia sulla creazione di più adeguati centri di identificazione dei migranti nei due paesi in prima linea di fronte al flusso d’ingresso in Europa, ma invita gli altri  dell’Unione a farsi carico, anch’essi, dell’accoglienza secondo il criterio delle quote definito in aprile, oltre che a partecipare ai costi del rimpatrio di coloro che non si vedranno riconosciuto il diritto d’asilo e verranno respinti. Si tratterà della stragrande maggioranza, visto che il vertice dei Capi di stato e di governo europeo decise, sempre dopo le stragi di aprile, di accogliere solamente 40 mila profughi con lo status di rifugiati a fronte dei circa 300 mila già entrati nel Vecchio continente attraverso il Mediterraneo o via terra dalla Turchia.

Intanto, la signora Merkel dà il buon esempio e giunge a superare gli accordi di Dublino per quanto riguarda i profughi siriani che la Germania accoglierà senza ulteriori procedure perché fuggono da oltre quattro anni di una guerra che ha provocato quattro milioni di esuli all’estero e circa nove di sfollati all’interno del Paese. Anche l’amministrazione di Barak Obama si muove ed annuncia l’accoglienza di seimila siriani a partire dai prossimi mesi scelti tra quelli che al momento si trovano nei campi profughi allestiti dalle Nazioni Unite.

Insomma, sulla scia delle nuove drammatiche notizie, le cancellerie e le pubbliche opinioni dei paesi più ricchi come già avvenuto ad aprile si scuotono e almeno delle decisioni parziali sembrano volerle assumere. Siamo ovviamente in attesa che ci si decida ad andare oltre la questione dell’accoglienza dei migranti e che il mondo occidentale affronti le cause profonde di questa migrazione di portata inaudita e travolgente.