Grecia: riprende la trattativa, contando sul buonsenso di tutti. Francia e Germania e il gioco dei due poliziotti

Grecia: riprende la trattativa, contando sul buonsenso di tutti. Francia e Germania e il gioco dei due poliziotti

Dopo il referendum greco si è tutti costretti a tornare al tavolo della trattativa, soprattutto dopo che la radicalizzazione dello scontro ha fatto diventare il debito l’elemento su cui si gioca la permanenza della Grecia nell’Euro e persino, qualcuno si spinge a dire, nella stessa Europa.

Il vertice dell’Unione è preceduto, come oramai è divenuto consuetudine, un incontro bilaterale tedesco- francese. La vulgata che passa per la maggiore parla di un Hollande più possibilista e di una Merkel più dura. Sembra di trovarsi di fronte al classico gioco del poliziotto buono e di quelle cattivo.

In realtà, non è facile uscire dalla situazione in cui ci si ritrova per colpa un po’ di tutti. Il disagio è evidente leggendo alcune dichiarazioni di molti dell’Europa del Nord all’indomani del risultato del referendum greco.

Il risultato li ha lasciati attoniti, tanto netto è stato lo Oxi, il “NO” arrivato dall’Ellade. E’ come se avessero davvero creduto, è il caso di Jeroen Dijsselbloem, il Presidente dell’eurogruppo finanziario, che i greci, alla fine, avrebbero finito per votare per il “si” nonostante avessero ben poco cui affidarsi sulla base delle dichiarazioni degli altri europei.

Evidentemente, una buona parte dei politici del Vecchio continente non ha ancora fino in fondo capito che in questa crisi greca un intero popolo è stato messo troppo con le spalle al muro dei sacrifici senza che questo serva ad innescare un circuito realmente virtuoso al cui sbocco ci possa essere una crescita effettiva e, con essa, l’uscita dalla crisi.

La verità è che tutti sono responsabili di questa situazione e nessuno può farsi illusioni sul fatto che sia facile superare l’incredibile ed inattesa realtà in cui si trovano precipitati sia il processo d’integrazione dell’Unione, sia gli equilibri finanziari di molti paesi che formano il novero dei 28.

Così, se le dichiarazioni di principio sono stentoree su entrambi i lati, sotto banco si sta cercando una via d’uscita onorevole per tutti. E anche le dimissioni di Varoufakis debbono essere viste sotto questo punto di vista.

Probabilmente, la via di uscita si troverà con il vertice straordinario dei Capo di stato e di governo che più dei contabili e dei finanzieri terrà conto di quegli aspetti politici alla base della scelta antica dei padri della Patria europea con gli occhi non solo diretti ai pure importanti conti pubblici, bensì soprattutto alla prospettiva più ampia che deve essere recuperata da tutti.

Dai tedeschi cui sono state concesse molte deroghe nel passato, ai greci che devono, al contrario capire, che la stagione delle deroghe è sempre più lontana, nel passato.