G.P. d’Italia F1 domenica 8 settembre: Monza, una pista “sospesa nel tempo” Sebastian Vettel pronto per il tris?

G.P. d’Italia F1 domenica 8 settembre:  Monza, una pista “sospesa nel tempo”  Sebastian Vettel pronto per il tris?

Il Gran Premio d’Italia 2013 è alle porte. Probabilmente decisivo per le sorti del Mondiale. Sebastian Vettel, nel caso domenica 8 settembre 2013 riuscisse a conquistare il suo terzo successo sulla pista brianzola (cosa tutt’altro che improbabile), prenderebbe il largo nella Classifica Piloti grazie al suo attuale margine di 46 punti su Fernando Alonso, il diretto inseguitore. Il tedesco ha anche la possibilità di sfruttare il clima che serpeggia in casa Ferrari per prendere il largo: le voci di mercato sempre più insistenti di un riavvicinamento tra il team italiano e il finlandese Kimi Raikkonen, attualmente quarto in classifica generale, non possono essere altro che deleterie nel rapporto già incrinato tra Alonso, deluso delle prestazioni degli ultimi quattro anni, e la sua attuale squadra di appartenenza. Aggiungiamo anche Hamilton e la Mercedes, che, in netta crescita, si prospettano come minaccia sempre più concreta, e avremo le premesse per un Gran Premio d’Italia forse ben più che esplosivo.

aaamonza3 collinsNon è la prima volta che il circuito di Monza si presenta come decisivo per le sorti di un mondiale: basti pensare al 1956, quando l’inglese Peter Collins, in lotta per il titolo con la Ferrari, decise di lasciare la sua vettura al compagno Juan Manuel Fangio, suo diretto rivale. A quel tempo era, infatti, permesso cedere la propria vettura a un compagno ritiratosi in precedenza, a patto però di dividersi a pari merito i punti conquistati. Il pilota-gentiluomo, come fu definito Collins in seguito a tale gesto, si giustificò asserendo che Fangio con i suoi allora 45 anni difficilmente avrebbe potuto essere in lizza per il titolo dopo quella stagione (ipotesi invece smentita con la schiacciante vittoria nel campionato 1957 sulla Maserati), mentre lui ne aveva venti di meno e aveva, quindi, ancora moltissimo tempo per diventare Campione del Mondo almeno una volta. Purtroppo ciò non sarebbe mai avvenuto: infatti Collins morì nel 1958 in un incidente durante il Gran Premio di Germania, nel a quel tempo micidiale circuito Nurburgring.

aaamonza4bis tripsL’edizione di Monza 1961 fu tristemente nota per l’incidente mortale di Wolfgang von Trips, ferrarista in lizza per il mondiale con il compagno di squadra Phil Hill. Von Trips si schiantò su di un gruppo di tifosi festanti dopo esser letteralmente decollato con la sua vettura a seguito di una collisione con l’allora giovane e inesperto Jim Clark che si erano sistemati clandestinamente su un avvallamento nei pressi della curva Parabolica. Tragico il bilancio dell’incidente: 15 morti, pilota compreso. Hill (da non confondere con l’omonimo Graham) vinse la gara, ma non vi furono festeggiamenti, dopo una tale tragedia.

Un anno molto più festoso fu 1975, quando Niki Lauda domenica 7 settembre conquistò con il terzo posto a Monza il suo primo titolo mondiale su Ferrari davanti a un tripudio di spettatori esultanti anche per la vittoria in quella stessa gara dell’altra “rossa” di Clay Regazzoni, svizzero ben più simpatico e aaamonza5 laudacaloroso verso i tifosi ferraristi rispetto al collega austriaco, almeno all’apparenza freddo e calcolatore. Secondo nel Gran Premio d’Italia di quell’anno si piazzò il brasiliano Emerson Fittipaldi su McLaren-Ford Cosworth.

Da non dimenticare l’edizione dell’anno successivo, con un Lauda protagonista di un’impresa eroica terminando la gara in quarta posizione e conquistando tre punti preziosi sul suo rivale James Hunt, ritiratosi per un’uscita di pista all’undicesimo giro, quarantadue giorni dopo il famoso incidente sul circuito del Nurburgring. Lauda il Germania sarebbe sicuramente morto carbonizzato se non fosse stato salvato dai colleghi Arturo Merzario, Harald Ertl, Brett Lunger e Guy Edwards che lo strapparono dalla vettura in fiamme.

Solo poco più di un mese dopo, pur essendo stato per giorni in pericolo di vita in ospedale, Lauda volle Schermata 09-2456541 alle 19.12.27correre a tutti i costi a Monza. Con le ferite ancora sanguinanti, le palpebre offese e tumefatte e un casco appositamente adattato per lui date le circostanze, la gara fu una vera sofferenza per il campione del mondo ferrarista, che comunque resistette per 52 giri, ovvero quasi due ore di gara. I tifosi corsero subito addosso a lui, urlando cori degni di una finale di Champions League, non rendendosi minimamente conto che il pilota è praticamente svenuto nel suo abitacolo, per la fatica e il dolore non solo fisico, ma anche psicologico, poiché come lui affermò in seguito: “Appena tornai in pista, ebbi paura di morire.” Mi piace pensare che Andreas Nikolaus Lauda, detto “Niki”, una volta portato ai box dai meccanici, stanco e con il volto ricoperto da una maschera di sangue, abbia loro sorriso.

Un’altra edizione degna di menzione fu nel 1979, dove la Ferrari vinse ancora una volta i titoli Piloti e aaamonza6 Gilles-Villeneuve-e-Jody-Scheckter-Monza-1979Costruttori con Jody Scheckter e Gilles Villeneuve, che in un puro gesto di cavalleria e spirito di squadra il canadese lasciò strada al compagno e amico sudafricano, in lizza per il titolo. Un qualcosa che nella Formula 1 odierna non si vede più da parecchio tempo, a meno che non sia un gesto forzato dal team (Barrichello & Massa docent). Un qualcosa forse sportivamente sleale, ma moralmente ammirevole.

Bisogna ricordarsi anche dell’edizione 2000, nella quale Michael Schumacher, allora alla Ferrari, riuscì a fermare la fuga del finlandese Mika Hakkinen. Una strepitosa vittoria che sbaragliò tutti i pronostici, sfavorevoli nei confronti del tedesco, e risollevando così una difficilissima situazione non solo sportiva, ma anche professionale: il pilota tedesco era infatti caduto in depressione dopo il famoso sorpasso da record subìto a opera di Hakkinen all’Eau Rogue di Spa-Francorchamps, col quale persino il pubblico tedesco cominciò a dubitare della aaamonza8 piantosuperiorità del loro beniamino di casa nei confronti del rivale della McLaren due volte campione del mondo. Tanto da scoppiare in lacrime di fronte alle telecamere durante la conferenza stampa della gara stessa. Un evento speciale, Monza 2000, offuscato purtroppo da una tragedia: la morte di Paolo Gislimberti, un commissario di gara colpito da una ruota staccatasi dalla Jordan di Heinz Harald Frentzen in un incidente al via sulla variante della Roggia.

E’ interessante notare che la Ferrari è stata la maggiore protagonista di molti dei più grandi eventi occorsi a Monza, ma non quella assoluta. Come non dimenticare infatti il 1950, con il trionfo Alfa Romeo-Nino Farina che consacrò quest’ultimo come primo campione del mondo di F1 della storia, nonché la prima gara dove la Ferrari finalmente si mostrò competitiva, cogliendo con Alberto Ascari un’insperata seconda posizione in griglia di partenza. Avrebbe potuto esser una clamorosa vittoria se il aaamonza9 ascarimotore non lo avesse tradito al ventunesimo giro. Ascari, poi, avrebbe concluso la gara con l’auto del compagno di squadra Dorino Serafini.

Il 1978 va invece tristemente ricordato come l’anno della morte di Ronnie Peterson, pilota della Lotus ucciso in un incidente al via in cui rimase coinvolto anche l’italiano Vittorio Brambilla. Brambilla se la cavò con una seria frattura al cranio che lo costrinse all’inattività fino alla corsa monzese dell’anno successivo.

Del circuito poco è cambiato dagli anni Venti ai nostri giorni, se escludiamo l’inserimento di alcune chicane e varianti per ovvie ragioni di sicurezza o la chiusura dell’anello d’alta velocità che tanto addolorò la tifoseria di fine anni sessanta. L’anello alta velocità, nato con il resto della pista nel 1922, demolito nel 1939, ricostruito nel 1955 e utilizzato non con continuità nelle competizioni di Formula 1, fu definitivamente chiuso per motizi di sicurezza strettamente connessi alle grandi potenze raggiunte dalle aaamonza14monoposto tuttavia non sufficientemente adeguate alla resistenza dei materiali dell’epoca comunque sta tornando in auge negli ultimi tempi. Anche se sembrerebbe escluso un suo utilizzo agonistico.

Sia nella forma che nello spirito, l’Autodromo di Monza resta quel magnifico tempio della velocità che ha accompagnato l’immaginario italiano fin dal primo dopoguerra, un qualcosa che ha resistito anche alle critiche dei detrattori delle corse automobilistiche, accusandolo di essere un tracciato con un negativo impatto ambientale o troppo pericoloso per la sua anzianità, “sopravvivendo” al Secondo Conflitto Mondiale, i cui bombardamenti provocarono gravi danni alla struttura stessa.

Anche se molte piste del passato sono state abbandonate o, come Silverstone, sono state aaamonza2pesantemente modificate per andare incontro alle esigenze odierne degli sponsor o delle nuove vetture, Monza resterà sempre un qualcosa d’intoccabile per il suo fascino, la sua aria di nostalgia e la sua natura stessa di tracciato veloce e imprevedibile, regalandoci anche nei campionati più noiosi dell’intera storia della Formula 1 gare entusiasmanti.

Con queste premesse, domenica 8 settembre ci possiamo aspettare un bellissimo Gran Premio d’Italia domenica, in una pista per così dire “sospesa nel tempo”, nella ineguagliabile cornice di uno dei più straordinari Parchi d’Europa che con i Giardini della Villa Reale costituisce un complesso di inestimabile valore paesaggistico, storico, monumentale e architettonico.

Simone Pacifici