Forti contestazioni ad Agrigento alla commemorazione delle 366 vittime del naufragio di Lampedusa. Alfano lascia anzitempo protetto dalla scorta

Forti contestazioni ad Agrigento alla commemorazione delle 366 vittime del naufragio di Lampedusa. Alfano lascia anzitempo protetto dalla scorta

Il vice Premier e ministro dell’Interno Angelino Alfano violentemente contestato nella sua Sicilia. E’ accaduto ad Agrigento nella cerimonia funebre, a bare già tumulate, delle 366 vittime del tragico naufragio di Lampedusa. Celebrazione dei morti accertati, naturalmente. Non si saprà mai, infatti, quanti esattamente si trovassero sul barcone. Tensione, parole grosse, contro il ministro, anzi i ministri, dal momento che oltre ad Alfano, portato letteralmente via dalla scorta per evitare il peggio, erano pure presenti la collega Cecile Kyenge, a capo del dicastero dell’Integrazione, Mario Mauro che dirige la Difesa. Ad Agrigento c’erano anche il vicesindaco di Palermo Cesare Lapiana, in rappresentanza del titolare Leoluca Orlando che si trova a Roma, e il presidente della regione Rosario Crocetta.

aaa1alfano20“Una farsa”, “una passerella di stato”, “assassini”, sono state le grida più ricorrenti. dell’Agrigento, Alfano contestato: “Assassini”. Molti i sindaci siciliani polemici sulla celebrazione. Assente addirittura il primo cittadino di Lampedusa. Mentre sull’isola vicina al teatro del drammatico disastro gli immigrati eritrei protestavano perché volevano esser portati ad Agrigento. E poi, sul luogo della commemorazione, proteste vibranti per la presenza di rappresentanti del governo eritreo, striscioni contro la Bossi-Fini la principale responsabile, a dire dei manifestanti, della immane strage. Tutto questo mentre il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini appunto a Roma dal Presidente Napolitano proponeva che il 3 ottobre venga dichiarato “giornata alla memoria”.

La celebrazione è avvenuta sul molo turistico del porto di San Leone. Per primo aveva parlato l’imam Pallavicini, vicepresidente della Coreis, la comunità religiosa islamica italiana, per un rito funebre misto islamico-cristiano. aaa1alfano30Schermata 2013-10-21 alle 22.49.19Tra i tanti partecipanti decine di eritrei giunti da tutta Italia ma anche dalla Germania e da diverse zone d’Europa, raccolti in preghiera. Un gruppo innalzava uno striscione di protesta, come si è detto, contro la partecipazione ai funerali del governo eritreo: “La presenza del regime eritreo offende i defunti e mette in pericolo i sopravvissuti”, si leggeva su un cartello. Numerosi gli slogan “Sangue nostrum” e “Dove sono i sopravvissuti”? Quando poi il ministro Alfano si è fermato con i giornalisti per promettere “aiuto ai sopravvissuti e lotta senza quartiere” alla tratta dei migranti, dalla folla si sono alzate urla ritmate: “Bossi-Fini/ legge di assassini” e “la storia siciliana ce l’ha insegnato/emigrare non è reato”. A questo punto Alfano, rispondendo con un “voi difendete gli scafisti”, ha lasciato il molo protetto dagli uomini della sicurezza.

Il ministro Kyenge, cercando di calmare gli animi, ha detto: “E’ un momento in cui unirsi tutti insieme per riconoscere l’importanza del fatto che per la prima volta si sono fatti i funerali di Stato e che sono state riconosciute in una cerimonia ufficiale persone nate altrove e che non hanno nazionalità italiana”. “Credo che il messaggio molto forte – ha aggiunto – sia anche il fatto che molte confessioni religiose si sono unite insieme con calma senza violenza e che la pace e la non violenza superano ogni cosa”. Poi con il lancio delle corone di fiori in mare, l’ultimo saluto alle vittime.

Riccardo Marini