Festa dell’Europa: a “Mamma Erasmus” il Premio Carlo V

Festa dell’Europa: a “Mamma Erasmus” il Premio Carlo V

 Il Domani d’Italia ha pubblicato il seguente articolo di Maria Pia Di Nonno sul premio consegnato a quella che è definita Mamma Erasmus che volentieri riprendiamo

“Oggi, Festa dell’Europa, la Professoressa Sofia Corradi detta “Mamma Erasmus” riceverà, in presenza del Re Filippo VI e del Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, il prestigioso Premio Carlo V della Fundación Academia Europea de Yuste. La premiazione si terrà presso il simbolico Monastero di Yuste, in Spagna, dove l’imperatore Carlo V trascorse gli ultimi anni della sua vita. Si tratta di un premio molto prestigioso, e giunto alla sua decima edizione, nato con lo scopo di premiare quelle persone che hanno avuto un peso rilevante nel processo di costruzione del progetto europeo. Il primo vincitore, nel 1995, è stato Jacques Delors. A seguire Wilfried Martens, Felipe González Márquez, Mijaíl Gorbachov, Jorge Fernando Branco de Sampaio, Helmut Kohl, Simone Veil, Javier Solana Madariaga e José Manuel Durão Barroso. La giuria del premio, composta da diciannove membri autorevolissimi tra cui Jacques Delors e Martin Schulz, ha svelato il nome del vincitore il 9 febbraio 2016, dopo aver scrupolosamente vagliato ben ventidue candidature.

A Sofia Corradi, già Professoressa di Educazione degli Adulti, è stato riconosciuto il ruolo di “impulsora” del Programma Erasmus. Sofia Corradi, infatti, lavorò negli anni ’60 come consulente scientifica dell’Associazione dei Rettori italiani. Una situazione favorevole che le consentì di realizzare i suoi sogni di gioventù, ovvero l’introduzione in Italia del sistema dei crediti universitari e del riconoscimento degli esami sostenuti in università straniere. E nel suo famoso Promemoria del 1969 intitolato “Equivalenze di anni di studi universitari compiuti da studenti italiani presso università straniere” – scritto diciotto anni prima del lancio del Programma Erasmus – già delineava i principali punti di forza degli scambi culturali assieme ai maggiori ostacoli posti alla loro realizzazione.

Ma la giovane Sofia, che era stata una Borsista Fulbright e che aveva studiato alla Columbia University, mal sopportava quell’avversione mostrata dagli Stati verso l’interculturalità. Lei stessa aveva vissuto l’angoscia di dover combattere invano, una volta tornata da New York, contro il muro di gomma della burocrazia.  Continuò, però, a non dimenticare quel suo sogno di gioventù e fece negli anni successivi ciò che era in suo potere fare. Svolse così, senza richiedere mai né onori e né prestigio, la sua azione di sensibilizzazione dei rettori europei per la causa europea. E chissà se senza l’intervento dei rettori e delle azioni di lobbying nei confronti dei rispettivi Ministeri dell’Istruzione, sarebbe stato possibile per i politici consentire una concreta attuazione al Programma Erasmus. Programma che venne lanciato ufficialmente nel 1987, ma che già dal 1976 era stato avviato in via sperimentale con il nome di Joint Studies Programmes.

Sofia Corradi ha così permesso, indirettamente, a milioni di europei di conoscere l’Europa, di studiare, di fare una esperienza di vita e forse di cambiare completamente le loro vite. E Sofia ha cambiato anche la mia vita; e per due volte. La prima volta me l’ha cambiata quando, grazie al Programma Erasmus Placement, nel 2012 ho svolto uno stage presso l’Ufficio della Regione Puglia a Bruxelles. Grazie a quell’esperienza ho cominciato a pormi delle domande sull’Europa, che non mi ero mai posta prima, e ho scoperto alcune figure ombra del progetto europeo. All’improvviso mi sono resa conto che l’Unione Europea non era solamente il frutto del lavoro dei “Padri Fondatori”; ma che era bensì il frutto del lavoro di uomini meno noti e di donne, che mi è piaciuto definire “Madri Fondatrici”. Un’idea che poi ha dato vita, grazie alla condivisione del progetto, al Ciclo di Conferenze sulle “Madri Fondatrici dell’Europa” organizzato da un gruppo di giovani ricercatori. Si tratta degli “scalmanati” Young Leaders dell’Istituto Luigi Sturzo di Roma, capeggiati dall’Ambasciatore Luigi Vittorio Ferraris. Progetto che in seguito è diventato il cuore della mia ricerca di Dottorato in Storia D’Europa, seguito dal Professore Daniel Pommier Vincelli, presso l’Università “La Sapienza”.

La seconda volta che Sofia Corradi mi ha cambiato la vita è stato il primo giorno in cui l’ho incontrata, il 31 ottobre 2015. I suoi consigli sono stati e sicuramente saranno determinanti per la mia carriera, ma anche per la mia vita. Se non l’avessi incontrata ed ascoltata avrei certamente perso una bella opportunità. Ed è per questo motivo che ho deciso di pubblicare, in concomitanza con la premiazione di oggi, il libro-intervista “Per i giovani europei. Intervista a Mamma Erasmus”. Libro che verrà presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino, dal 12 al 16 maggio, nello stand delle “Edizioni di Comunità”. L’obiettivo di questo libro, infatti, non è tanto quello di ricostruire lo sviluppo del tema culturale in Europa, ma piuttosto quello di dare l’opportunità a tutti i giovani europei, e non solo, di avere l’impressione di aver incontrato essi stessi “Mamma Erasmus”.

L’Europa oggi ha più che mai bisogno di giovani coraggiosi, curiosi e sognatori, come gli erasmiani. E gli erasmiani sono oggi più di tre milioni. Un ingente e cospicuo numero di ragazzi che ha imparato a sognare senza mai staccare i piedi da terra e che è pronto a mettersi in gioco per non lasciarsi rubare la speranza di un’Europa migliore”.

Maria Pia Di Nonno