Fauttilli: necessario ripensare la Rai anche per il recupero del patrimonio rappresentato dagli italiani nel mondo

Fauttilli: necessario ripensare la Rai anche per il recupero del patrimonio rappresentato dagli italiani nel mondo

“Alla luce della definizione della nuova “governance” della Rai, si tratta di ripensare profondamente l’organizzazione dell’intero palinsesto di Rai Italia consapevoli che ciò s’inserisce in un’azione generale tesa a far emergere il rinnovamento e il rafforzamento dell’intero piano industriale e editoriale dell’azienda da proporre al Governo e al Parlamento in vista del rinnovo della concessione del Servizio pubblico”.

L’onorevole Federico Fauttilli, rappresentante in Commissione di Vigilanza Rai per il Gruppo Democrazia Solidale, ha appena presentato un’interrogazione ai nuovi vertici di Viale Mazzini proprio per sapere se, all’interno di un profondo e generale rinnovamento della tv da sempre concessionaria del Servizio Pubblico, non si voglia rinforzare e riscoprire un servizio per e dagli italiani sparsi in tutto il mondo in decine e decine di milioni.

Si tratta di un patrimonio importante di cui non sempre il nostro Paese riesce a cogliere la portata e la rilevanza, poiché, secondo alcune stime, al di fuori dei nostri confini nazionali, sembra trovarsi un’altra Italia intera, composta da circa 60 milioni di persone con antichi e profondi legami con noi.

Costoro vedono nel servizio offerto dalla Rai il rapporto quotidiano più immediato, più profondo e continuo con una realtà in cui affondano tutte o una buona parte delle loro radici.

D) Onorevole Fauttilli, nella sua interrogazione, Lei rileva un certo “fallimento” del ruolo Rai verso questi italiani che vivono al di fuori dell’Italia…

R) ” Sì, perché dopo qualche lodevole tentativo iniziale è venuta a mancare quasi del tutto una produzione autonoma e specifica di programmi e d’informazione da e per l’estero. Come ho scritto nell’interrogazione, il progressivo distacco degli obiettivi cui era inizialmente votata Rai International si è aggravato con la trasformazione in Rai World. Questa, infatti, si è limitata, salvo rare eccezioni, a fornire una programmazione frutto di un mero assemblaggio di trasmissioni delle principali tre reti Rai che, comunque, i nostri connazionali all’estero possono seguire autonomamente grazie ai servizi satellitari e in “streaming” via internet. Quello che voglio sottolineare, però, è che il recupero di Rai Italia al suo principio fondante deve collegarsi ai cambiamenti da introdurre in tutta l’offerta Rai in termini di informazione, cultura, intrattenimento, sport. Cioè, in tutti i settori più rilevanti verso cui sono maggiormente sensibili e interessati gli utenti e i cittadini.

In un rinnovato, complessivo, direi rigenerativo, ripensamento della Rai si colloca anche quello che riguarda Rai Italia. Nel senso che si tratta di rendere il più possibile autonoma questa rete nella sua specifica identità e produzione editoriale; e non costituire, come accade oggi, un semplice e spersonalizzato insieme di programmi realizzati da altre strutture ed offerti in un modo anche, molto spesso, non omogeneo tra di loro”.

D) Papa Francesco parla di ponti da costruire nel mondo. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sollecita un’attenzione maggiore agli italiani all’estero…

 R) “Certo, si tratta di avviare, recependo lo spirito profondo che anima il Papa ed il Presidente, un lavoro completamente nuovo, rafforzando progetti, idee e risorse. Direi, anche cogliendo le opportunità oggi offerte dalle nuove tecnologie e rispondendo adeguatamente alle attese vecchie e nuove che i connazionali, di antica e più nuova emigrazione, o dei loro nipoti che, magari non parlano italiano, ma sono interessati all’Italia, e ai tanti stranieri che cercano l’italianità. A tutto questo la Rai può fornire una risposta valida. Anche integrando tutta la gamma che i nuovi mezzi di comunicazione e collegamento offrono come occasione per creare comunità, rispondere ai problemi delle imprese in un mondo globalizzato, creare nuovi e più raffinati circuiti di offerte turistiche e culturali. Non si tratta solamente, dunque, di fare della buona televisione e della buona radio, ma inserire gli italiani d’Italia e gli italiani del mondo in un circuito in cui televisione, radio e internet si integrano e rispondono veramente alle richieste di una comunicazione circolare il cui sbocco è costituito da una crescita ed uno scambio continui in grado di rafforzare legami veri ed autentici, ma anche rivelarsi scoperta di nuove occasioni di affari e d’impresa”.

Intervista di Giancarlo Infante