Fastweb: il call center non risolve il problema ma al posto della bolletta ti trova l’ambulanza

Fastweb: il call center non risolve il problema  ma al posto della bolletta ti trova l’ambulanza

Roma – Call center, il solito calvario! Questa volta è il servizio clienti di Fastweb a esser nell’occhio del ciclone. E’ una bolletta che non doveva arrivare a scatenare perplessità, e dopo poco sgomento seguito a rabbia in chi la legge. Già, perché la linea telefonica in questione, intestata ad una piccola società ovviamente titolare di una partita iva, è stata disdetta da oltre due mesi. Con regolare lettera raccomandata con ricevuta di ritorno come vuole la prassi, L’importo è modesto, 48,04 euro, ma di questi tempi anche pochi spiccioli contano.

L’impulso è quello di stracciar tutto e non pagare, imprecando in silenzio contro questi (censura) di Fastweb! Ma la calma, apparente, mista a rodimento dura poco, giusto il tempo di accorgersi che si è già pagato! L’addebito diretto, quel maledetto RID che dal conto corrente ti preleva in automatico il denaro che finisce nelle casse del gestore.

fastweb5Non rimane che armarsi di pazienza e comporre al telefono, col fisso di casa, non sia mai dal cellulare, quel 192193 che dovrebbe portarti alla salvezza. L’attesa questa volta è breve, va riconosciuto. La signora o signorina Jessica, assai gentile, ti ascolta ma ti stoppa bruscamente: si tratta di una società – ti dice – quindi deve chiamare il 192194. Non mi compete”.

Perplesso, guardi la bolletta dove scorgi subito la “tua” partita iva e ti accorgi che in alto, a destra, è fastweb1invece indicato di chiamare l’altro numero, proprio quello con cui hai appena parlato. In preda allo sconcerto fai però come ti è stato detto.

Un risponditore automatico ti invita a scegliere tra due opzioni, e poi a digitare il numero che sapevi non fosse più in funzione, con tanto di finale “cancelletto”. La fredda risposta dell’automa ti gela: “il numero non è stato riconosciuto, si prega di riprovare o riagganciare”. La prova è d’obbligo, l’esito lo stesso.

Che fare? Non resta che chiamar di nuovo il call center iniziale. Al 192193 altra risposta tempestiva. Questa volta è Maurizio, molto più disponibile di Jessica. Nonostante non gli competa, lui è infatti addetto solo a occuparsi dei “privati”, si prodiga e scopre che, è vero che il numero è stato disdetto. E ti dice pure la data. Ma aggiunge: “c’è però il numero del telefono mobile che è attivo e che continua a provocare costi”.

Ma come, è la risposta del tapino cliente, non abbiamo mai ricevuto la scheda del “mobile”, in più di due anni da clienti mai fatta o ricevuta una chiamata, mai saputo di aver sottoscritto oltre al “voce + internet fastweb6senza limiti” pure un contrattino di telefonia mobile! Puntale, giunge il rimbrotto di Maurizio: “ma non leggete i contratti e soprattutto le bollette??” E da pure il numero, che in effetti c’è. Bello stampato, assieme alle altre indicazioni. Mea culpa, e basta. “Ma per risolvere il problema?”

“Le passo io l’ufficio competente, resti in attesa”, dice Maurizio prima di congedarmi. “Ci vorrà tanto?”, è la timida replica. “ Hanno poco lavoro quelli dei cellulari, massimo due minuti”. Rimango in compagnia della, a questo punto, odiosa musichetta. Al decimo minuto il nervosismo prevale, al venticinquesimo l’incazzatura è feroce con tanto di sbattimento violento della cornetta e interruzione della linea..

Prima ho digitato sicuramente il numero sbagliato, quello che in effetti è già disattivato, penso. Ora riprovo al “call center societario” con quello del cellulare. Pia illusione. Anche stavolta il disumano risponditore dice che “il numero non è stato riconosciuto”.

fastweb2Agguerrito rifaccio il 192193. Ormai seguo spedito il “percorso” e subito viene la risposta. O meglio il silenzio dell’operatrice verso il cliente, in compenso allietato dai forti rumori di un ambiente al momento teatro di un’accesa quanto indecifrabile discussione tra colleghi. Riaggancio e richiamo di nuovo.

E’ la volta di Roberta, disponibile, attenta e gentile. Sembra proprio capire il mio problema, offrendosi di seguire passo passo l’inevitabile trasferimento ad altro ufficio per la soluzione.
Sento che traffica, poi comincio a udir la musichetta. Qualche attimo appena e, squillante, arriva la risposta di un uomo: “pronto, servizio ambulanze, di che ha bisogno?? Incredulo, balbetto “ma mi ha passato Fastweb”…..e lui di rimando:” capita spesso, non so che combinino li a Fastweb, non si preoccupi. Buongiorno”.

Al volo, sul computer, scrivo un’altra raccomandata di disdetta. Stampo e corro all’Ufficio postale per la spedizione. Più sconcertato e stremato che arrabbiato, perdendo per di più l’intera mattinata!

Veronica Gabbuti