Esa (European Space Agency) L’ immagine della settimana: New Zealand, South Island

L’immagine satellitare è stata acquisita il 04 aprile 2012 dai sensori a bordo del satellite Envisat e mostra l’isola più meridionale della Nuova Zelanda, denominata Isola del Sud.

La Nuova Zelanda si trova nell’Oceano Pacifico sud-occidentale e si estende proprio sopra due placche tettoniche: quella Pacifica e quella Australiana. A causa di questa importante caratteristica il Paese è sede di un’intensa attività geologica. Nel febbraio del 2011 l’Isola del Sud è stata colpita da un terremoto che ha fatto oltre 180 vittime, risultando uno dei disastri a più alto indice di mortalità di quel Paese.

La peculiarità geologica della regione è all’origine non solo del fenomeno dei terremoti, ma anche della presenza di alcune caratteristiche geotermiche, come geyser e sorgenti calde.

L’Isola del Sud è la più grande delle isole della Nuova Zelanda e si estende per oltre 150.000 kmq. Le Alpi Meridionali si sviluppano per circa 450 km da nord verso sud e ospitano numerosi ghiacciai. Gran parte di questo territorio è protetto, grazie alla presenza di Parchi Nazionali.

All’interno dell’isola si trovano un certo numero di laghi e tra essi spicca in particolare il Lago Pukaki, visibile al centro dell’immagine. Il colore blu brillante delle sue acque è determinato dall’azione delle sottili particelle di roccia che sono immesse nell’acqua dai ghiacciai.

A nord-est si può osservare invece il Lago Ellesmere/Te Waihora, che appare di colore verde brillante. Si tratta di un lago poco profondo e di acqua salmastra.

Tra le nuvole verso sud fa capolino l’isola di Stewart/Rakiura, la terza più grande della nazione. La posizione di quest’isola è ottimale per l’osservazione dell’aurora australe, chiamata anche “luci del sud”.

Questa immagine è una delle ultime acquisite da Envisat prima della perdita di comunicazione con il satellite, avvenuta in data 08 aprile 2012, poche settimane dopo il raggiungimento del traguardo del decimo anno di missione in orbita. L’archivio dati della missione continua oggi ad essere utilizzato per studiare la superficie terrestre, l’atmosfera, gli oceani e le calotte polari.

Da Esa in collaborazione con Rivista Geomedia