Enrico Letta ottiene una fiducia in Parlamento che non dipende più dal “sì” di Silvio Berlusconi. E’ finito il suo ventennio

Enrico Letta ottiene una fiducia in Parlamento che non dipende più dal “sì” di Silvio Berlusconi. E’ finito il suo ventennio

Il Governo di Enrico Letta riprende il suo cammino forte di un voto di fiducia rinnovata. Sia al Senato, sia alla Camera. Silvio Berlusconi, diventato dopo il 30 Luglio il principale ostacolo sul cammino dell’esecutivo, ha ceduto le armi nel corso di una rocambolesca seduta a Palazzo Madama. Di fronte all’impossibilità di riuscire a far cadere il Governo ha sgomberato il campo ed ha finito per votare quella fiducia che solo lui aveva messo in discussione qualche giorno fa. E’ finito il suo ventennio.

Angelino Alfano e Fabrizio Cicchitto sono i vincitori di una battaglia fondata sulla creazione di un gruppo di parlamentari non intenzionati affatto a legare ancora un solo giorno le loro sorti personali a quelle di Berlusconi, oramai prossimo ad uscire dalla vita politica. E forse non solo per il periodo in cui sarà agli arresti domiciliari a Palazzo Grazioli.

Le conclusioni della battaglia sono state certe da quando è emerso in maniera chiara che 25 senatori del Pdl e 10 del Cal, un altro gruppo di fiancheggiatori del Centro destra, molto vicini a Giulio Tremonti, avrebbero votato la fiducia ad Enrico Letta in ogni caso.

Il risultato del voto era, dunque, chiaro già prima della conta ufficiale dei favorevoli e dei contrari: Letta ce l’avrebbe fatta. La conseguenza sarebbe stata quella di gettare in una posizione di sterile opposizione il Pdl ed il suo leader.
alfano letta scherzano
A quel punto, dopo aver ascoltato molti suoi sostenitori pronunciarsi contro la fiducia a Letta, solo per fedeltà nei suoi confronti, Silvio Berlusconi ha rovesciato completamente la linea ed ha annunciato di votare la fiducia. Un estremo tentativo di riguadagnare la guida del suo intero partito. Uno sterile tentativo.

Oramai, è come se il vaso di Pandora si fosse aperto rompendo l’incantesimo. Il leader ventennale del Centro Destra italiano non riesce più a fare uscire le note giuste dal suo piffero magico.

Angelino Alfano se ne resta ancorato accanto ad Enrico Letta sui banchi del Governo e riceve l’omaggio che si deve al “delfino” diventato il nuovo capo. Fabrizio Cicchitto alla Camera, dice di parlare a nome di 40 deputati, e Roberto Formigoni, con 25 senatori a Palazzo Madama, insistono per formare due gruppi parlamentari destinati a diventare una componente autonoma e distinta dal Partito delle Libertà che Silvio Berlusconi ha appena trasformato in Forza Italia. Formigoni ci tiene a precisare che i dissidenti resteranno,invece, Pdl e gli altri solamente saranno Forza Italia.

Insomma, non ci sono gli estremi per superare la lacerazione delle ultime ore. I “secessionisti” non ci stanno a riannodare un dialogo con Silvio Berlusconi ed i più berlusconiani. Almeno in questa fase. Decisamente forte, ed intensa, la frattura per pensare di poterla recuperare in poche ore.

Troppe le docce scozzese nelle ultime settimane per non temere di consentire all’ex capo di tornare a fare i suoi giochi nei prossimi giorni come ha sempre fatto, senza sentirli neppure.
cicchitto alfano
Può darsi che, in questo senso, abbiano dato ad Enrico Letta le assicurazioni necessarie a realizzare dei nuovi equilibri, davvero durevoli, per andare avanti senza che una volta la settimana Berlusconi salti su a mettere tutto a rischio, come ha continuamente fatto dal 30 Luglio, quando giunse la condanna definitiva per lui dalla Cassazione.

Berlusconi, insomma, ha finito per votare la fiducia ma i “secessionisti” vogliono dimostrare a tutti che i suoi voti non sono indispensabili per assicurare la governabilità del Paese.

Giancarlo Infante