Due problemi per Renzi: le sue note spese e le unioni gay

Due problemi per Renzi: le sue note spese e le unioni gay

A Matteo Renzi, di questi tempi, non mancano certo i problemi. Oltre quelli che vengono dalle decisioni da assumere sui grandi scenari, guerra in Siria ed Iraq, migrazioni di portata biblica che travolgono anche l’Italia, gli accordi transatlantici di Europa ed Usa, a Palazzo Chigi si devono preoccupare anche di cose più terra terra. In particolare, di scontrini.

Prima, quelli di Ignazio Marino, costretto a lasciare la poltrona di Sindaco di Roma Capitale. Una vicenda quasi surreale in cui sono state tirate in ballo anche le dichiarazioni di questo o quel ristoratore nei cui locali Marino ha assaggiato manicaretti e ha avuto modo di esplorare la lista dei vini.

Proprio mentre la questione di Roma sembrava incanalarsi nel modo in cui tutti avevamo avuto l’impressione che anche Renzi voleva che andasse, cioè con le dimissioni da Sindaco dell’ex chirurgo, arriva da Firenze la dichiarazione di un ristoratore che sembra riproporre anche per il Presidente del Consiglio dei ministri la stessa imbarazzante situazione di Marino: è di fatto accusato di aver presentato una ricevuta che non corrisponde a quanto dichiarato in sede di rendicontazione.

La questione è stata buttata tra i piedi di Renzi  dal Fatto Quotidiano ed ha costretto la Corte dei Conti ad intervenire per aprire un fascicolo. A questo punto, il ristoratore ha dichiarato che le sue frasi sarebbero state manipolate e Palazzo Chigi ricorda che le spese di Renzi in questione furono controllate e verificate a suo tempo.

Vedremo, anche perché il Fatto Quotidiano insiste a chiedere conto di cene e viaggi del Premier.

In contemporanea, il Presidente del Consiglio e Segretario del Pd ha un’altra grana da risolvere: quella delle unioni gay, su cui rischia di andare in collisione con il principale alleato di Governo. Quell’Ncd di Alfano e compagni che non ritiene il tema sia così urgente da correre ad affrontarlo a tambur battente come vorrebbe fare un gran parte del Pd il quale spera, almeno su questa materia, di mostrare un volto meno diviso e sfilacciato di quanto non abbia fatto fin’ora su di un sacco di questioni.

Renzi ed Alfano hanno dovuto tenere sulla questione addirittura un vertice a Palazzo Chigi perché le posizioni su contenuti e tempi con cui si vorrebbe avviare la discussione al Senato sono davvero troppo distanti. Anche su questo dobbiamo per il momento limitarci a dire: vedremo.

Alessandro Di Severo